Bellissimo ritorno per i
Satoyama, quartetto che da diversi anni porta avanti un discorso all’insegna di
un jazz che non ha paura di travalicare i confini per caricarsi di partiture
ambient, classiche, post ed elettroniche, il tutto tenuto insieme da gusto e
ricerca suoi suoni, elaborati davvero nel minimo dettaglio. Luca Benedetto
(tromba, tastiere, elettronica), Christian Russano (chitarra, elettronica),
Marco Bellafiore (contrabbasso, elettronica) e Gabriele Luttino (batteria,
glockenspiel, percussioni, elettronica) sono i fantasiosi artefici di questo Sinking
Islands, uscito per Auand ad aprile 2022, un lavoro immaginifico e filmico,
una sorta di soundtrack narrativa che racconta dell’innalzamento del mare e del
destino tragico che rischia di accomunare luoghi lontani tra loro. Si sviluppano
da questo incipit trame nebbiose, cariche di pathos, dense e drammatiche, che
parlano dei cambiamenti climatici in atto ovunque, con le iniziali Nauru e
Tuvalu che si caricano di visioni e suggestioni, anche grazie ad un
tessuto elettronico perfettamente calato all’interno di un sound che vive sull’interplay
magistrale dei torinesi. In Palau le note della tromba di Benedetto
commuovono, particolarmente percussiva è invece Venice, mentre Kiribati
si sviluppa partendo da un’idea al glockenpsiel, su cui si intrecciano poi
le ritmiche di Bellafiore e Luttino, in un crescendo avvolgente. Benedetto
ancora protagonista nella malinconia di Maratua, aspetto che emerge
anche in Suva, dove elettronica e contrabbasso svolgono una funzione di
appoggio su cui si esprime tutto l’ensemble. Elettronica che lambisce la
seguente Solomon, prima del finale di Niue, conclusione grandiosa
di un disco che personalmente si candida come uno degli album di punta di
questo 2022. (Luigi Cattaneo)
Nauru (Video)
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