Nati nel 2019 ad Ancona,
i Nifty Sea sono un trio formato da Filippo Micucci (chitarra e voce), Tommaso
Conti (basso) e Riccardo Frati (batteria), davvero molto interessante e con un
potenziale, anche radiofonico, notevole. Difatti, se si pensa al successo di un
gruppo come i Maneskin, diviene insopportabile pensare che Hype, Margot
o I wish I could, non possano attraversare la barriera, sempre più
fitta, tra underground e mainstream. Per fortuna ci sono realtà discografiche
che ancora lavorano pensando alla qualità della proposta, e la Red Cat Records,
di cui recensiamo le uscite da anni, è una di quelle, basti pensare ad alcune
band che popolano il rooster dell’etichetta, come Finister, Upanishad o Estetica
Noir (giusto per citarne qualcuna). L’alternative dei Nifty Sea si sposa con l’amore
per il rock dei ’70 e con quello contemporaneo di Muse e Wolfmother, vive di
qualche frangente più duro ma sempre estremamente curato melodicamente, forti
di doti tecniche palesi e di una certa qualità di scrittura, caratteristiche
che si palesano lungo le trame della ballad The one e nell’arrembante
capolavoro di Change my desire. Tutto pare funzionare egregiamente,
dalle ritmiche strutturate alla voce multiforme di Filippo, ottimo chitarrista
sia nei riff che nei soli, che sovente si tingono di rock blues, cosa che accade
pure in What should I do, altro episodio molto gradevole, all’interno di
un esordio che stupisce per continuità e livello compositivo. Poco più di 45
minuti che nulla hanno da invidiare a band estere o decantate dai più, nella
speranza che questa ennesima realtà del sottobosco nostrano possa avere sul
serio le carte per giocarsi la partita. (Luigi Cattaneo)
Change my desire (Live)
Nessun commento:
Posta un commento