Torna dopo uno stop forzato causa restrizioni dovute alla pandemia il Coop Metal Beer, organizzato dalla Cooperativa Rinascita di Abbiategrasso, e lo ha fatto con una sesta edizione che ha ospitato sei band di sei generi diversi, una Satanic Edition, come è stata definita dagli organizzatori, variegata e molto interessante, soprattutto per chi riesce tranquillamente a passare dal brutal death metal al progressive nell’arco di pochi minuti. Idea a mio modo di vedere apprezzabilissima, che si materializza con l’arrivo sul palco degli Abbinormal, furioso act grindcore guidato da Max Maestrelli (chitarra), che apre uno squarcio nero nell’afa milanese, donando al pubblico accorso un set fatto di sangue, legnate e fulminanti schegge annichilenti, mitigate solo da rallentamenti doomy e da qualche oscuro passaggio tastieristico di Eric Vieni, indemoniato vocalist del quartetto. Con nonchalance si passa a due buonissime proposte legate al progressive metal, i Wine Guardian, usciti l’anno scorso con l’ottimo Timescape (di cui parlammo da queste pagine), e qui proposto per buona parte del live, e i validi Cyrax, curioso e largo ensemble che va a chiudere una prima parte di serata sin qui molto interessante. Si torna su territori più estremi con gli Hell’s Guardian, artefici di un bel melodic death debitore di Children of Bodom e In Flames, con un set che mostra una certa capacità di stare sul palco e conferma quanto di buono era emerso dall’ascolto dell’ultimo As above so below (anche questo recensito ai tempi della sua uscita). Si cambia nuovamente genere con i Satori Junk, che infiammano con il loro lisergico trip psichedelico, fatto di stoner e doom, una danza rituale che ci porta all’ultima band in scaletta, i Chronosfear, freschi di pubblicazione di The astral gates Pt.1: A secret revealed, da cui il quintetto pesca a piene mani (senza dimenticare l’esordio del 2018) per trasportarci in una dimensione epic/power che tanto profuma di fine anni ’90. Un plauso sincero va fatto non solo alle band, tutte godibilissime, ma anche all’organizzazione, che ha permesso una serata di cui si aveva bisogno, e che ha visto riuniti sopra e sotto il palco musicisti e ascoltatori, guidati solo dalla passione sincera e dalla voglia di tornare a momenti di pura condivisione. (Luigi Cattaneo)
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