Uscito nel 2020 per MoonJune
Records, Zoji è uno dei dischi più particolari dell’etichetta e di Mark
Wingfield (chitarra e soundscapes), che firma praticamente tutti i brani del
lavoro, pubblicato insieme a Jane Chapman (clavicembalo) e Adriano Adewale
(percussioni e voce). Come è prevedibile da una formazione del genere, il
clavicembalo diviene l’elemento che caratterizza la proposta, seppure
chiaramente Wingfield si muove con la solita personalità, con Adewale che
puntella ritmicamente l’interplay tra i due, risultando misurato ma
propositivo. Ne viene fuori un album colto, dove aleggia un’anima classica, che
attraversa il tempo, partendo dal 700 di Pasquali’s dream e Prèlude
non mesurè, per arrivare al contemporaneo di Persian snow leopard e Parallel
time, profondi esempi dell’arte del chitarrista inglese. Il processo
compositivo in cui si è imbattuto Wingfield ha portato alla creazione di un
trio sui generis, una prospettiva fatta di immaginazione, creatività e
intuizioni, idee che hanno trovato sbocco all’interno di un percorso che ha
sviluppato energie nuove e sperimentali, un campo in cui Mark si è spesso mosso
con grande acume. Non fanno eccezioni brani come City story o Seven
faces of silence, dove emerge tutta l’inventiva di un disco che sviluppa
temi e suggestioni lontanissimi dall’essere facilmente collocabili all’interno
di un solo contesto, ma proprio questo affascina e stranisce, lasciando la
voglia di esplorare e comprendere a fondo il messaggio di Zoji. (Luigi
Cattaneo)
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