Ci sono e ci sono state
realtà italiane che hanno raccolto molto meno di quanto effettivamente
meritassero, e i Memento Waltz sono una di queste. Tendenzialmente le
recensioni che appaiono sul blog guardano all’attualità ma sporadicamente lo
sguardo volge al passato, recente o remoto che sia, per riscoprire album o
rivalutare band dimenticate negli anni. Ci ha pensato la Jolly Roger Records
nel 2015 a presentare ad un pubblico un po' più ampio i sardi, andando a ristampare
Antithesis of time del 2010 e Division by Zero del 2013. Il gruppo
formato da Gabriele Maciocco (batteria), Marco Piu (voce), Livio Poier
(chitarra) e Giuseppe Deiana (basso), esordì ufficialmente con un ep, Overcoming
del 2004, per poi pubblicare questo Antithesis of time, che diede loro l’opportunità
di suonare con Symphony X, Redemption e Mekong Delta al Prog Power Europe del
2011. Progressive, psichedelia, variazioni jazz, metal, il tutto combinato in
un misterioso calderone dai toni oscuri, dove incontriamo gli Abstrakt Algebra
di Leif Edling, gli Spiral Architect e i mai troppo tributati Watchtower,
fondamentali per lo sviluppo del genere (il loro primo disco, Energetic
disassembly, è del lontano 1985). La classe del quartetto non è legata solo
al virtuosismo, quanto alla capacità di creare strutture intricate e
affascinanti, un susseguirsi di immagini che si solidificano attraverso tempi
dispari, pause e sospensioni. Una band di cui si sono perse le tracce ma che
avrebbe dovuto conquistare davvero maggiori riconoscimenti. (Luigi Cattaneo)
Through the spiral rise (Video)
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