Registrato a La Casa Murada nel 2019, uno dei centri
nevralgici spagnoli della Moonjune Records, Nothing
is sacred è l’ennesimo lavoro dove Markus Reuter, chitarrista e tastierista
di cui abbiamo spesso parlato da queste pagine, mostra la propria duttilità e
fantasia accompagnato, per l’occasione, da Asaf Sirkis (batteria, percussioni),
Fabio Trentini (bassista conosciuto soprattutto per la sua militanza nelle
Orme), David Cross (pianoforte, violino, storico membro dei King Crimson), Mark
Wingfield (chitarrista veterano delle produzioni Moonjune) e Robert Rich
(elettronica), un sestetto riunito sotto la sigla Oculus. Jazz, prog, avant,
fusion, il tutto tenuto insieme dall’attitudine free della registrazione,
apprezzabile modello di musica lontano da convenzioni e luoghi comuni, in cui
le brillanti intuizioni dei fuoriclasse presenti si inseguono all’interno di un
album dove ognuno ha messo del suo, in una session di studio dallo spirito
totalmente libero. La profondità delle esecuzioni e lo sviluppo di melodie e
armonie all’interno di un collage che richiama mostri sacri come Miles Davis e
Joe Henderson, più che per il suono per la volontà di improvvisare trovando
connessioni inesplorate e inaspettate fanno di Nothing is sacred un magma variopinto, capace di passare da attimi
di quiete a momenti dissonanti in un lampo, una sfida che solo musicisti di
tale spessore possono affrontare, guidati dalla voglia di unire le proprie doti
per creare qualcosa che vada oltre il singolo. Cinque lunghe trame senza
vincoli ma perfettamente amalgamate, in cui ritroviamo tutte le caratteristiche
estemporanee di queste registrazioni Moonjune, sempre affascinanti e con al
loro interno qualcosa di magico. (Luigi Cattaneo)
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