Ritornano in pista i
Semiramis, storico gruppo del progressive rock italiano, che nel 1973 diede
alle stampe Dedicato a Frazz, disco divenuto nel tempo vero e proprio
culto della scena nazionale (e non solo), anche per la presenza di Michele Zarrillo,
che successivamente avrà una fortunata carriera da solista. Paolo Faenza,
batterista storico della formazione, già nel 2013 riforma la band, ma ci
vogliono dieci anni per trovare la line up definitiva (oltre a Faenza abbiamo
Ivo Mileto al basso, Emanuele Barco alla chitarra elettrica, Marco Palma alla
chitarra acustica, Giovanni Barco alla voce e Daniele Sorrenti alle tastiere) e
arrivare a incidere La fine non esiste, edito da BTF. Un nuovo capitolo
fortemente in linea con il rock dei ’70, tra arrangiamenti ricchi e curati al
dettaglio, strutture intricate ma piene di vivaci melodie e frangenti
strumentali di notevole caratura, aspetti che colorano il progressive dei
romani, imbevuto anche di hard e jazz, elementi che allargano i confini in cui
si muove il sestetto. Un sound ad ampio respiro, che guarda giustamente al
passato ma non ne rimane imprigionato, basti ascoltare le trame di In quel
secondo regno (in cui troviamo la voce narrante di Giampiero Artegiani,
chitarrista e tastierista della prima formazione, che ha curato anche il testo),
Cacciatore di ansie o Tenda rossa. Vediamo ora se Faenza riuscirà
a dare continuità al progetto o se La fine non esiste rappresenta la
conclusione di un percorso iniziato più di 50 anni fa. (Luigi Cattaneo)
In quel secondo regno (Video)
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