Nuovo album per Luca
Calabrese, trombettista attivo da inizio anni ’80, membro degli svedesi
Isildurs Bane, oltre che al lavoro con gente del calibro di Cecil Taylor, Peter
Hammill, Richard Barbieri e Nexus (giusto per fare qualche nome). I Shin Den
Shin, edito da Moonjune Records, vede Calabrese, accompagnato da Nguyên Lê
(chitarra elettrica), Markus Reuter (Touch guitar, soundscapes), Mark Wingfield
(chitarra elettrica) e Alexander Dowerk (Touch guitar), muoversi lungo la linea
di confine tra ambient, jazz e progressive. Il titolo riprende un concetto
nipponico tipico della filosofia orientale, che descrive una forma di
comunicazione che trascende la parola, basandosi su empatia e sentimenti
condivisi, con l’idea che emozioni e pensieri possano essere compresi senza la
necessità di una comunicazione verbale esplicita. Ed è quello che avviene tra
il disco e l’ascoltatore, catapultato in una dimensione onirica fatta di
sussurri, di pennate atmosferiche, di una magia che diviene esplorazione della
materia. Calabrese guida un ensemble notevole, che architetta soluzioni
immaginifiche suadenti, non lontane da alcune produzioni di Jon Hassell, un
vero trip emozionale che trova nelle lunghe Dissolution, Appointment
with the truth e Heart to Heart gli apici di un’opera davvero molto
interessante. (Luigi Cattaneo)
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