Un’interessante
mistura di suoni provenienti da realtà ben differenti che trovano qui una
sintesi ed un equilibrio discretamente soddisfacente. È questo il sunto di Remnants in red dei norvegesi Indelible,
un quartetto alla seconda prova discografica dopo un ep d’esordio che spoglia
il progressive da cui attinge per rivestirlo di sonorità vicine al goth rock e
alla scena new wave più eterea che infiammava gli anni ’80. Quindi siamo ben
lontani da un progressive canonico e complesso, pur non abbracciando soluzioni
sperimentali e troppo ricercate. Perché in neanche 40 minuti vi è un
susseguirsi di emozioni e sensazioni in cui si incrociano i Cocteau Twins di
Elizabeth Fraser, i This Mortal Coil e i The 3rd and the Mortal che tentano di
andare a braccetto con i Goblin, una delle fonti d’ispirazione del gruppo, più
nelle atmosfere create che nei suoni a dire il vero. Una soluzione che prevede
un utilizzo accorato dell’accoppiata tastiere-chitarra che invece di
prediligere assoli di elevata fattura tecnica si muovono verso orizzonti melodici
in cui viene dato un grande peso alla comunicatività. Fraseggi delicati e
ricchi di pathos, malinconia a tinte dark di sicura presa e doppia voce dal
giusto feeling a sottolineare ulteriormente l’amore verso canoni di intensa
drammaticità. Peccato che a momenti molto intensi ce ne siano altri dove il
gruppo mostra qualche limite compositivo causato forse anche da un eccessiva
monotematicità delle composizioni. Poco male perché il disco è gradevole,
mostra una band di buone prospettive ed in grado di creare pregevoli spunti che
fan ben sperare per le prossime release. (Luigi Cattaneo)
Qui di seguito il link per ascoltare per intero l'album.
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