The Gentlemen’s Agreement è
un’idea che nasce nel 2006 a Napoli e questo nuovo Apocalypse Town è il
terzo album da loro pubblicato. Lo scenario che fa da cornice al concept è la
fabbrica, che riduce la vita degli operai ad un contesto ripetitivo e monotono,
da cui l’individuo tenta di scappare per inseguire una propria evoluzione. I
danni causati all’ Apocalypse Town narrata si sgretolano ben presto a favore di
una vita più in sintonia con la terra. Questo concetto è ben reso dai suoni
venuti fuori dall’utilizzo di trapani e lucidatrici sfregati su campanacci,
Macina Bulloni e strumenti da loro costruiti come lo Psycho Sitar e il
Mollofono. Inoltre il gruppo ha lavorato a Novembre 2012 alla costruzione di
una delle sale di ripresa dello studio Sud Est di Campi (Lecce) in cambio di un
mese di registrazione, scoprendo la potenzialità del baratto e trovando quindi
una soluzione alternativa per la produzione del disco.
A livello musicale la band formata da Raffaele Giglio (voce e chitarra), Antonio Gomez (contrabbasso e basso), Gibbone (percussioni, pedaliere proto industrial e rumori), Mauro Caso (batteria) e Pepo Giroffi (sax, clarinetto e flauto) ha dato vita ad un particolare crossover tra psichedelia, industrial e samba. La tropicàlia brasiliana incontra suoni industrializzati, che come approccio ricordano le escursioni di Einstürzende Neubauten e il concetto di rumore per creare musica, sempre però tenendo ben presente la forma canzone di matrice pop. Un bel viaggio che tocca antipodi lontani ma che riesce a mantenere un equilibrio formale da subito percepibile.
Le brevi parti strumentali denominate Leitmotiv mostrano chiaramente le doti anche tecniche dei campani, così come Moloch! mostra il lato più arrembante e simil prog della band e Il Milione accentua quello più sognante e in parte vicino al Capossela di Marinai, Profeti e Balene. Il ritmo si alza con il singolo pieno di amara ironia Dire…Direttore e con la forza d’animo espressa in Mordi! Prendi! Vivi!. In Adeus viene finalmente celebrata la libertà dell’individuo tramite sonorità che possono ricordare quanto fatto da Fela Kuti, mentre la splendida e cantautorale Il Tempo del sogno ci porta alla conclusione di un racconto appassionato e ancora attuale.
I The Gentlemen’s Agreement sono stati bravi nel creare un disco assolutamente fresco, vario e caratteristico. (Luigi Cattaneo)
A livello musicale la band formata da Raffaele Giglio (voce e chitarra), Antonio Gomez (contrabbasso e basso), Gibbone (percussioni, pedaliere proto industrial e rumori), Mauro Caso (batteria) e Pepo Giroffi (sax, clarinetto e flauto) ha dato vita ad un particolare crossover tra psichedelia, industrial e samba. La tropicàlia brasiliana incontra suoni industrializzati, che come approccio ricordano le escursioni di Einstürzende Neubauten e il concetto di rumore per creare musica, sempre però tenendo ben presente la forma canzone di matrice pop. Un bel viaggio che tocca antipodi lontani ma che riesce a mantenere un equilibrio formale da subito percepibile.
Le brevi parti strumentali denominate Leitmotiv mostrano chiaramente le doti anche tecniche dei campani, così come Moloch! mostra il lato più arrembante e simil prog della band e Il Milione accentua quello più sognante e in parte vicino al Capossela di Marinai, Profeti e Balene. Il ritmo si alza con il singolo pieno di amara ironia Dire…Direttore e con la forza d’animo espressa in Mordi! Prendi! Vivi!. In Adeus viene finalmente celebrata la libertà dell’individuo tramite sonorità che possono ricordare quanto fatto da Fela Kuti, mentre la splendida e cantautorale Il Tempo del sogno ci porta alla conclusione di un racconto appassionato e ancora attuale.
I The Gentlemen’s Agreement sono stati bravi nel creare un disco assolutamente fresco, vario e caratteristico. (Luigi Cattaneo)
Dire...Direttore (Official Video)
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