Ci siamo già occupati
in passato di una produzione Agualoca, quei Sineterra che nel 2012 hanno dato
alle stampe uno splendido esordio (da avere assolutamente), passato in secondo
piano ma estremamente esemplificativo del modo di intendere l’arte da parte
dell’etichetta napoletana. Il risultato anche nel caso dell’Orchestra Joubes è
a tratti sorprendente. Qui l’orchestra è un trio (Antonio Fraioli al violino,
Davide Mastropaolo al piano, Ernesto Nobili alla chitarra) che si muove con
disinvoltura tra i generi, sfiorando la musica da camera, la world,
l’elettronica e la popular. Un’orchestra contaminata e lontana da clichè e
concetti prestabiliti, che si basa sulla capacità di intersezione tra musicisti
di diversa estrazione e cultura. Un incontro dove i suoni nascono per la
profonda voglia di osare e giocare dei tre, che non amano rifugiarsi in soluzioni
banali o già sentite e questo omonimo album appare interessante proprio per la
sua natura trasversale e mutevole. Il piano in La neve sottile (titolo ripreso da un romanzo di Tanizaki
Junichiro) disegna scenari drammatici che si scontrano con le atmosfere del
tango in Alma Nueva, così come
l’elettronica Yes, Pussyfooting fa
con la danza di Aire de Chacarera (un
connubio tra musica e ballo tipico dell’Argentina). Tutto strumentale, il disco
è un campionario di situazioni che possono indubbiamente incuriosire chi
apprezza la Penguin Cafe Orchestra, la musica etnica e la world e l’essere solo
in tre non limita minimamente la carica evocativa e le possibilità espressive
dei Joubes. Basti ascoltare Les Humeurs
de Catherine, vicina ad alcune cose della The Cinematic Orchestra o il
grande folk di Mbila. Molto sentita
la politica Lenino Pr. 40, brano che
si trova nella soundtrack di un documentario del 2009 girato a Vilnius da
Domante Urmonaite e che narra della
resistenza della città lituana all’invasione russa. L’Orchestra Joubes non si
pone limiti, guarda ora al folk come all’elettronica, punta la world di Peter
Gabriel e la imbeve di suggestioni sudamericane. Gruppo da tenere
d’occhio. (Luigi Cattaneo)
La Neve Sottile (Live at Riot)
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