lunedì 2 giugno 2014

ORCHESTRA JOUBES, Orchestra Joubes (2012)


Ci siamo già occupati in passato di una produzione Agualoca, quei Sineterra che nel 2012 hanno dato alle stampe uno splendido esordio (da avere assolutamente), passato in secondo piano ma estremamente esemplificativo del modo di intendere l’arte da parte dell’etichetta napoletana. Il risultato anche nel caso dell’Orchestra Joubes è a tratti sorprendente. Qui l’orchestra è un trio (Antonio Fraioli al violino, Davide Mastropaolo al piano, Ernesto Nobili alla chitarra) che si muove con disinvoltura tra i generi, sfiorando la musica da camera, la world, l’elettronica e la popular. Un’orchestra contaminata e lontana da clichè e concetti prestabiliti, che si basa sulla capacità di intersezione tra musicisti di diversa estrazione e cultura. Un incontro dove i suoni nascono per la profonda voglia di osare e giocare dei tre, che non amano rifugiarsi in soluzioni banali o già sentite e questo omonimo album appare interessante proprio per la sua natura trasversale e mutevole. Il piano in La neve sottile (titolo ripreso da un romanzo di Tanizaki Junichiro) disegna scenari drammatici che si scontrano con le atmosfere del tango in Alma Nueva, così come l’elettronica Yes, Pussyfooting fa con la danza di Aire de Chacarera (un connubio tra musica e ballo tipico dell’Argentina). Tutto strumentale, il disco è un campionario di situazioni che possono indubbiamente incuriosire chi apprezza la Penguin Cafe Orchestra, la musica etnica e la world e l’essere solo in tre non limita minimamente la carica evocativa e le possibilità espressive dei Joubes. Basti ascoltare Les Humeurs de Catherine, vicina ad alcune cose della The Cinematic Orchestra o il grande folk di Mbila. Molto sentita la politica Lenino Pr. 40, brano che si trova nella soundtrack di un documentario del 2009 girato a Vilnius da Domante Urmonaite  e che narra della resistenza della città lituana all’invasione russa. L’Orchestra Joubes non si pone limiti, guarda ora al folk come all’elettronica, punta la world di Peter Gabriel e la imbeve di suggestioni sudamericane. Gruppo da tenere d’occhio. (Luigi Cattaneo)

La Neve Sottile (Live at Riot)


   

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