venerdì 7 novembre 2014

PANE, Orsa Maggiore (2012)


Una proposta che vuole travalicare gli steccati, rompere gli argini tra generi e tentare di percorrere una via alternativa fondendo in maniera equilibrata rock, jazz, progressive, folk e teatro-canzone. È l’inquadratura migliore per spiegare la terza uscita discografica dei romani Pane dopo l’esordio omonimo del 2003 e Tutta la dolcezza ai vermi del 2008. Con questo nuovo disco la band compie il definitivo salto di qualità e si pone all’attenzione di pubblico e critica come uno dei gruppi più interessanti di questi anni. Orsa Maggiore è un lavoro carico di buone vibrazioni, studiato nei minimi dettagli e figlio di una ricerca atta a creare un sound ben riconoscibile e personale. Si punta tantissimo sull’emotività in brani come L’umore o Tutto l’amore del mondo (in cui non mancano reminiscenze jazz), complice non solo la qualità melodica indiscutibile ma anche e soprattutto la forza penetrante della voce di Claudio Orlandi. Impossibile non soffermarsi sui testi di matrice colta che si adattano perfettamente alle situazioni sonore espresse e che quando non sono scritti dal gruppo vengono ripresi da fonti di un certo peso. È il caso della title-track segnata da un pregevole lavoro del flautista Claudio Madaudo e con un testo che è tratto da La nostra marcia di Majakovskij, Samaria, pezzo molto lungo che riprende Il lamento del viaggiatore di Gesualdo Bufalino e Cavallo che è un adattamento di Item ripreso da Ecchime di Victor Cavallo, composizione legata indissolubilmente al teatro in maniera più che soddisfacente. Ma la musica rimane lieve, soave, mai eccessiva o ridondante. Piuttosto magnetica e affascinante. La pazzia e Fiore di pesco ne sono fulgido esempio.  Merito dell’amalgama raggiunta tra i vari membri tra cui bisogna ricordare non solo i già citati Orlandi e Madaudo ma anche il fine lavoro pianistico di Maurizio Polsinelli, Vito Andrea Arcomano alla chitarra e Ivan Macera alla batteria. Non ci sono momenti di noia, tutto è pensato per creare unità di racconto e d’insieme in un gioco di squadra davvero apprezzabile in cui il rock viene “trattato” con distillati di folk e di progressive in cui si percepisce la cura per il particolare. Talvolta echi psichedelici e rimandi al Banco del Mutuo Soccorso portano i Pane a flirtare con la stagione dorata del prog italiano, evitando però di essere inutilmente derivativi, complice una personalità ben definita e la voglia di andare oltre certi schemi. Le qualità ci sono, la via intrapresa è quella da seguire. Consapevoli che la ricerca può portare in nuove e ancor più affascinanti direzioni. Con l’Orsa Maggiore ad illuminare.

L'umore (Video)



1 commento:

  1. Questa mi è piaciuta tanto ...ho cambiato più volte l'umore .....grande !!!!

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