Terra
42 è
il ritorno dei L’ira del Baccano a distanza di ben sei anni dal precedente Si non sedes is, ed è un lavoro
nuovamente contraddistinto da suoni cosmici e visioni drogate che hanno la
capacità di affascinare e confondere chi ascolta. Un trip fresco e decisamente
convincente in cui i romani sono cerimonieri e alfieri di uno stoner
psichedelico strumentale e dilatato che sa essere acido e dannatamente
roboante. Colpiscono gli impianti ritmici costruiti dalla coppia formata da
Alessandro Salvi (batteria) e Luca Primo (basso), gli spunti chitarristici di
Alessandro Santori e Malerba (alla slide) e i passaggi disegnati dai synth
(suonati da entrambi), che definiscono un sound ancestrale e propulsivo. Tre
lunghi brani (Phase I, II, III)
complessi ma scorrevoli, ampiamente strutturati ma fluidi, concepiti
all’interno di un quadro che contiene elementi space, doom, progressive e free.
L’interplay dei quattro è l’anima di un disco molto riuscito in cui incontriamo
My Sleeping Karma, Nebula, Ozric Tentacles e attitudine settantiana Hawkind
style, un percorso psichedelico di grande impeto che pur non essendo di presa
immediata ha la capacità di colpire sin da subito. Emergono tante piccole
influenze curate in maniera personale e matura, un susseguirsi di accelerazioni
e rallentamenti ottimamente gestiti e per nulla prolissi, pur nella lunghezza
delle tracce proposte (pericolo sempre dietro l’angolo in produzioni del
genere). Le tre fasi di Terra 42 risultano
quasi il frutto di una libera jam psichedelica, potente e abrasiva, un lavoro
d’equipe in cui ognuno riesce ad esprimere tensioni e creatività. Il disco è un
viaggio assolutamente imprescindibile per chi ama certi suoni, merito di trame
di grande valore e una registrazione che permette di assaporare ancor di più
particolari e sfumature. Consiglio di ascoltare o acquistare l’album dalla loro
pagina ufficiale https://liradelbaccanoofficial.bandcamp.com/
o tramite il sito della Subsound Records www.subsoundrecords.it
(Luigi Cattaneo)
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