Attivi dal lontano 1991
e artefici di due album (Sailor Free del
1992 e Fifth Door del 1994) i Sailor
Free mostrano con questo Spiritual
Revolution Part I di avere la giusta personalità per fondere progressive,
psichedelia e hard rock. Dopo un periodo di pausa e la successiva reunion del
2010, decidono di affrontare la prova del concept con rinnovato vigore e una
line up stabile e compatta (David Petrosino alla voce e alle tastiere, Stefano
Barelli alla chitarra, Alphonso Nini al basso e Stefano Tony alla batteria) ben
coadiuvata da una serie di importanti special guest, indispensabili per
apportare i giusti accorgimenti al lavoro. La prima parte di questo racconto
riflette di luce propria, ha sprazzi strumentali molto interessanti e un alone
dark che ben si sposa con le strutture più tipiche del prog, con lo status
dell’opera rock tatuato sulla pelle in un crescendo emozionale zeppo di colpi
ad effetto e rilevanti intuizioni. Ciò che colpisce è anche la duttilità con
cui la band concepisce i pezzi, riuscendo a districarsi tra diverse sonorità e
prendendo spunto da quanto fatto in passato da Pink Floyd e King Crimson in un’ottica
non nostalgica o eccessivamente vintage. L’ascolto difatti tradisce l’amore per
il prog ma non solo, con momenti vicini all’hard che insaporiscono ancor di più
una pietanza ricca di idee e decisamente piacevole. La complessità strumentale
svela doti tecniche che sono sempre a supporto di una certa fantasia
compositiva, sia nei brani strumentali che in quelli cantati dal bravo
Petrosino. L’ambizione ai Sailor Free non manca, così come la forza di proporre
una musica capace di essere soave ma decisa, sfaccettata nella migliore
tradizione del crossover e piena di piccoli particolari che si svelano lungo
gli ascolti. L’affascinante trama proposta (procuratevi il disco e leggete le
liriche…) favorisce parallelismi con la letteratura epica e ciò viene anche
rimarcato da trovate che rifuggono definizioni e preferiscono “sporcarsi” con
suoni che sono la diretta conseguenza della curiosità insita nel gruppo. 14
pezzi che narrano, trasudano passione, speranza, feeling, degni di essere
colonna sonora di una sceneggiatura dal sapore gotico, merito soprattutto delle
fini orchestrazioni delle tastiere di Petrosino e dei riff calibrati di
Barelli. Disco di grande valore che attende il suo successore, la conclusione
della storia, Spiritual Revolution Part II che
probabilmente vedrà la luce dopo l’estate. (Luigi Cattaneo)
The Curse (Video)
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