Il progetto After
Apocalypse nasce nel 2014 grazie all’impegno di Elena (voce), Varghar
(clarinetto e growl) e Seba (chitarra), a cui ben presto si affiancarono Al
(batteria), Zendra (chitarra) e Megres (basso). Il metal sinfonico del sestetto
si tinge di gothic, death e parti al limite del folk, spesso irradiate da fini
orchestrazioni che ammorbidiscono il sound della band. Questo debut è
caratterizzato da una ricerca frequente di trovate melodiche, passaggi doom,
richiami di natura classica inseriti all’interno di una struttura heavy che
forgia composizioni in cui le atmosfere sanno essere decadenti e soventemente
accompagnate dall’utilizzo della doppia voce, quella in growl di Varghar, forse
eccessivamente cavernosa e gutturale e quella operistica di Elena. Il ruolo di
Varghar risulta fondamentale in special modo per l’uso del clarinetto, un
elemento curioso all’interno del genere e per questo piuttosto interessante,
andando a creare una variante contaminata rispetto ai canoni abusati e
consueti. Un buon esordio, compatto, con valide articolazioni ritmiche e un
discreto interplay tra le due chitarre, arricchito dalle efficaci melodie dello
strumento di Varghar che spezzano l’egemonia delle parti più tirate.
Caratteristiche che emergono già dall’iniziale title track e che proseguono con
l’ottima World of marzipan e la
splendida Dark side, sette minuti
epici e sognanti in cui emerge il fascino dell’operato di Varghar. Molto
gradevole anche il doom di Glorious way,
così come convince l’ambientazione quasi cinematografica di Insight. Una leggera quiete appare in Crying moon, che prosegue sino a One day, traccia che pur muovendosi
nella medesima direzione implode con il cantato in growl. Intriganti e
trascinanti anche White page e Mechanical mask, prima del gran finale
di Sentence, brano che racchiude le
varie anime del gruppo bresciano. (Luigi Cattaneo)
World of marzipan (Video)
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