Discreto esordio per
i toscani Opera, quartetto formato da Deborah alla voce (autrice anche dei
testi), Nicko McBicci alla batteria, Mic al basso e Marco Ruggeri alla
chitarra. La ruota del destino è
caratterizzato da un hard & heavy classico, melodico e dai tratti prog, che
rimangono sommessi lungo il tragitto e che magari potrebbero essere
approfonditi in futuro dalla band. Interessante l’alternanza di brani potenti (L’arena ma anche la title track) e
ballate elettriche di ampio respiro (Davanti
a te), tutte accomunate da chorus facilmente memorizzabili e dotati di una
certa epicità (complice anche la valida performance di Deborah). La sezione
ritmica forma una base solida e coesa su cui si muove Ruggeri (brillante ed
efficace sia nei soli che nei riff), che riesce ad emergere anche quando la
qualità media del pezzo è inferiore agli altri presenti (Precarietà) e in generale è giusto sottolineare come il gruppo
abbia qualità tecniche, capacità di songwriting (La nuova luna ma anche Nella
notte delle streghe sono ottimi esempi) e una certa freschezza esecutiva
ben abbinata ad una verve melodica molto accentuata. Il sinfonismo non è la
prerogativa del disco ma trova modo di emergere qua e là, senza far diminuire
compattezza e forza, merito anche di una produzione che soprattutto in un
gruppo emergente può fare la differenza. Gli Opera non cercano di stupire con
brani troppo elaborati e preferiscono un approccio maggiormente immediato ed
emozionale, elementi che funzionano ma che alla lunga rischiano di far apparire
l’album in alcuni momenti leggermente monocorde. Il giudizio rimane comunque
positivo per una band che ha margini di crescita evidenti e che può dire la sua
nel folto panorama heavy italiano. (Luigi Cattaneo)
Davanti a te (Video)
Nessun commento:
Posta un commento