venerdì 2 dicembre 2016

IL BABAU & I MALEDETTI CRETINI, Il cuore rivelatore (2016)


Tornano Il Babau & i Maledetti Cretini, un progetto sospeso tra musica, teatro e letteratura formato da Damiano Casanova (chitarra), Franz Casanova (voce e tastiere) e Andrea Dicò (batteria e cori). Il trio continua ad ispirarsi al suono di fine 60 inizio 70, utilizzando anche per questa parte seconda della cosiddetta Trilogia del Mistero e del Terrore che già aveva avuto una sua consacrazione in La maschera della morte rossa del 2013.  Il cuore rivelatore (tratto nuovamente da un racconto di Edgar Allan Poe) è quindi un fonodramma, peculiare esempio di traduzione musicale e sonora di un’opera letteraria, che qui attinge nel macabro e nel bizzarro (per i dettagli i milanesi hanno allegato al disco un bel libro con i testi e l’artwork affidato a Gianni Zara, autore delle illustrazioni e a Francesca Canzi che ha curato grafica e impaginazione). La novella è indubbiamente celebre e la band non ha fatto altro che accentuarne i tratti psicotici attraverso una sapiente miscela di narrazione psichedelica e sfumature prog, degna dei Pholas Dactylus di Il concerto delle menti, oscuro disco del 1973. I quasi 30 minuti dell’opera ci conducono nelle spire folli del protagonista e delle sue ossessioni, con alcuni must narrativi come Lanterna cieca, la calma apparente di Chi è là o la geniale Il cuore, dove alcuni versi rimandano a Cuore matto di Little Tony! Tutta la storia è molto claustrofobica, ideale per gli spunti dei due Casanova e il pathos vocale di Franz, interprete enfatico di un personaggio misterioso e intenso, ansiogeno nella surreale cattura di quell’occhio, l’occhio di un avvoltoio, un occhio pallido, azzurro, coperto di una pellicola (L’occhio). Ovviamente il ruolo recitativo di Franz diviene essenziale per comprendere il fonodramma, coadiuvato dalle sue tastiere, dal lavoro efficace di Damiano e dal tocco dinamico di Dicò, tesi in direzione di un sound che guarda al prog ma non ci finisce imbrigliato e rimane per mood accostabile ai già citati Pholas ma anche agli storici progetti Antonius Rex/Jacula di Antonio Bartoccetti. L’album non ha cali, anzi, la storia ha un crescendo che ci conduce all’esplosione finale, quando i nervi del protagonista cedono sotto i rintocchi del cuore rivelatore (Sempre più forte) e pongono fine alla sua improvvisa disperazione. Il Babau continua ad esplorare in modo fantasioso certe opere cariche di fascinazione e l’attenzione che il trio pone per questi racconti è davvero encomiabile e fa del gruppo una delle realtà underground più curiose della scena indipendente italiana. (Luigi Cattaneo)

Il rumore (Video)

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