Tornano Il Babau &
i Maledetti Cretini, un progetto sospeso tra musica, teatro e letteratura
formato da Damiano Casanova (chitarra), Franz Casanova (voce e tastiere) e
Andrea Dicò (batteria e cori). Il trio continua ad ispirarsi al suono di fine
60 inizio 70, utilizzando anche per questa parte seconda della cosiddetta
Trilogia del Mistero e del Terrore che già aveva avuto una sua consacrazione in
La maschera della morte rossa del
2013. Il cuore rivelatore (tratto nuovamente da un racconto di Edgar
Allan Poe) è quindi un fonodramma, peculiare esempio di traduzione musicale e
sonora di un’opera letteraria, che qui attinge nel macabro e nel bizzarro (per
i dettagli i milanesi hanno allegato al disco un bel libro con i testi e
l’artwork affidato a Gianni Zara, autore delle illustrazioni e a Francesca
Canzi che ha curato grafica e impaginazione). La novella è indubbiamente
celebre e la band non ha fatto altro che accentuarne i tratti psicotici
attraverso una sapiente miscela di narrazione psichedelica e sfumature prog,
degna dei Pholas Dactylus di Il concerto
delle menti, oscuro disco del 1973. I quasi 30 minuti dell’opera ci
conducono nelle spire folli del protagonista e delle sue ossessioni, con alcuni
must narrativi come Lanterna cieca,
la calma apparente di Chi è là o la
geniale Il cuore, dove alcuni versi
rimandano a Cuore matto di Little
Tony! Tutta la storia è molto claustrofobica, ideale per gli spunti dei due
Casanova e il pathos vocale di Franz, interprete enfatico di un personaggio
misterioso e intenso, ansiogeno nella surreale cattura di quell’occhio, l’occhio di un avvoltoio, un occhio pallido,
azzurro, coperto di una pellicola (L’occhio).
Ovviamente il ruolo recitativo di Franz diviene essenziale per comprendere il
fonodramma, coadiuvato dalle sue tastiere, dal lavoro efficace di Damiano e dal
tocco dinamico di Dicò, tesi in direzione di un sound che guarda al prog ma non
ci finisce imbrigliato e rimane per mood accostabile ai già citati Pholas ma
anche agli storici progetti Antonius Rex/Jacula di Antonio Bartoccetti. L’album
non ha cali, anzi, la storia ha un crescendo che ci conduce all’esplosione
finale, quando i nervi del protagonista cedono sotto i rintocchi del cuore
rivelatore (Sempre più forte) e
pongono fine alla sua improvvisa disperazione. Il Babau continua ad esplorare in
modo fantasioso certe opere cariche di fascinazione e l’attenzione che il trio
pone per questi racconti è davvero encomiabile e fa del gruppo una delle realtà
underground più curiose della scena indipendente italiana. (Luigi Cattaneo)
Il rumore (Video)
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