Ecco arrivare anche il
primo album dei liguri Promenade, un promettente quartetto in giro da qualche
anno che riesce ora ad esordire grazie alla lungimirante AltrOck con Noi al dir di noi, un disco equilibrato,
molto curato nelle sue parti e sapientemente suonato da ragazzi giovani ma di
grandi capacità. Le finezze esecutive dettate dall’utilizzo influente di un
quartetto d’archi, un flauto e un fagotto hanno inciso sull’aumentare ancora di
più la sensazione di trovarsi dinnanzi ad un lavoro elegante e raffinato. Il
prog sinfonico settantiano si sposa perfettamente con passaggi in odore di
fusion e ciò si evince già con l’iniziale Athletics,
10 minuti strumentali che rimarranno un unicum all’interno del platter, che
prevede il cantato di Matteo Barisone (impegnato anche alle tastiere) in tutti
gli altri pezzi. Si prosegue con Il
secondo passo, ottimo episodio ad alto tasso tecnico e L’albero magico, due brani ispirati e di grande classe dove sfumano
contorni jazz su cui si inerpicano Gianluca Barisone alla chitarra, Stefano
Scarella al basso e al sax e Simone Scala alla batteria. Un po’ di Premiata
Forneria Marconi e un pizzico di Gentle Giant sono la colonna portante della
fantasiosa Roccocò, mentre l’anima
jazz prevale in Kernel e sa essere
molto convincente. In direzione fusion si muove invece la complessa Pantera, prima del pirotecnico e lungo
finale di Crisantemo, otto minuti
sinfonici come migliore tradizione vuole. Noi
al dir di noi è un disco sfaccettato, molto solido e suggestivo nell’unire
il prog italiano con la fusion e i suoni di Canterbury, pregno di strutture
strumentali ricche che non hanno però intaccato la cura per la composizione e
che fa dei Promenade uno dei gruppi italiani più interessanti dell’etichetta
milanese. (Luigi Cattaneo)
Athletics (Video)
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