Si erano perse le
tracce dei veneti Chaos, la cui ultima pubblicazione prima di questo Tecnica mista risale addirittura al
2006. Il quarto disco dei trevisani di cui ci occupiamo oggi in realtà è del
2013 ma vale la pena porre attenzione su un lavoro particolare e che potrebbe
suscitare la curiosità di quanti amano il lato più free del prog e del jazz.
L’album difatti cattura un’istantanea, un momento, un esibizione live
all’inaugurazione della fondazione Gianni Ambrogio, voluta dallo stesso pittore
e con il gruppo impegnato a commentare le immagini delle opere montate per
l’occasione e proiettate sullo schermo. Il risultato è una suite, Tecnica mista I-XI, di circa 45 minuti
in cui i vari movimenti sono segnati da atmosfere elettroniche, etniche, jazz e
ambient. Una musica concreta che in qualche sequenza mi ha ricordato
l’esperienza alternativa dei Maad, dei Nadma o degli Aktuala, senza dimenticare
la lezione della Third Ear Band e del trombettista americano Jon Hassell, oltre
che citare, magari involontariamente, il jazz scandinavo targato ECM. Elementi
che permettono di racchiudere dentro un unico contesto un lavoro così coraggioso,
avanguardistico e con confini davvero labili. La registrazione dell’evento in
presa diretta e senza sovraincisioni seguenti mettono in mostra un ensemble
piuttosto ampio (Andrea Battiglion alla chitarra, Gabriele Bruzzolo alle
percussioni e agli effetti, veramente di qualunque tipo, Paolo Lazazzara alle
percussioni, al duduk e ai flauti, Andrea Oddone Martin al sax, Michele
Palmieri alla chitarra e al basso, Joachim Thomas alle tastiere e Stefano
Bruzzolo al live mixing e agli effetti), che sottolinea il fluire dei quadri
con percussioni etniche, fraseggi tra fiati e tastiere, ritmiche inquiete,
linguaggi tribali in cui la componente elettronica emerge in contemporanea con
i suoni del jazz. Lo spirito è ovviamente free, caratteristica che rende
l’album di non facile lettura, viste le tante direzioni intraprese lungo il
tragitto e l’assenza di momenti particolarmente memorizzabili. Questo perché la
suite va ascoltata per intero, lasciandosi sorprendere da temi ardui e
complessi ma ricchi di estro. (Luigi Cattaneo)
Tecnica mista (dalla mostra Gianni Ambrogio)
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