mercoledì 22 febbraio 2017

EGIDIO MAGGIO, Me (2015)


Conosciuto soprattutto dagli appassionati di chitarra, Egidio Maggio nel corso della sua carriera ha collaborato con personaggi importanti della scena italiana e internazionale (Gegè Telesforo, Mia Martini, Mariella Nava, Dionne Warwick), prima di arrivare a firmare con Me il primo capitolo della sua carriera solista. Musicista di grande talento, contornato da professionisti altrettanto validi e che hanno dato forza e impeto alle dieci tracce strumentali di questo debut che si contraddistingue per la capacità di toccare più stili (jazz rock, fusion, qualche sfuriata quasi hard, alcuni passaggi blues). L’album è suonato magnificamente e mi ha colpito la capacità di Maggio di creare composizioni dove non emerge solo la sua chitarra, prediligendo un approccio che favorisca un lavoro d’equipe, senza tralasciare gli ovvi virtuosismi richiesti dal genere ma codificati per arrivare ad un risultato musicale globale che sia comunicativo e non tralasci il pathos. Egidio sceglie quindi un linguaggio che parte dalla fusion ma che non ripiega su essa, anzi, si fa foriero di stimoli versatili, punteggiato di note prese in prestito da altri generi e lo fa con classe e maestria. Il tarantino sceglie libertà di esecuzione, colora la sua musica utilizzando tecnica e cuore, non pone limiti all’estro eliminando calcoli e strategie. Sforna quindi un disco che non è pensato solo per gli appassionati dello strumento (aspetto non secondario) ma ideale per gli amanti delle escursioni strumentali tout court. Dopo l’intro iniziale (Preludio), si parte alla grande con And now we go to the dance, ideale con la sua energia e forza per aprire il platter. La doppietta formata da Chitachia e Chico rappresenta un viaggio nel mondo sonoro di Egidio (le lievi percussioni, i tocchi tastieristici), mentre Your eyes per feeling e cura melodica è uno degli apici di Me. Più prorompenti My sexy guitars e Tour, adattissime per il contesto live, così come Paranoid (l’unica con una parte vocale) è un altro momento vitale e intenso. Chickoria sembra omaggiare sin dal titolo il funambolico pianista statunitense (e d’altronde nel disco aleggia qualcosa dei Return to Forever e dell’Elektric Band), prima della conclusiva dolcezza di In the other life in a new light, che chiude un esordio davvero di ottimo livello. (Luigi Cattaneo)

My sexy guitars (Live)

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