domenica 19 febbraio 2017

TOM MOTO, Allob Allen (2014)


I Tom Moto nascono sul finire del 2006 e registrano già dopo pochi mesi un primo demo con 4 pezzi, segno di idee chiare e di una precisa scelta stilistica operata in sede di creazione della line up. Una certa convinzione che li porta ben presto a suonare con realtà più affermate come Morkobot, Zu e Mombu, ensemble vicini per background al gruppo di cui fanno parte Marco Calcaprina (tromba e synth), Giulio Tosi (basso e chitarra) e Juri Massa (batteria). Nel 2008 pubblicano Junk (crasi tra jazz, punk e funk) grazie al sostegno del sempre lungimirante Loris Furlan e della sua Lizard Records e replicano con questo Allob Allen nel 2014, disco formato da una sorta di lunga suite suddivisa in sei episodi contraddistinti da un mood ossessivo, propulsioni e impeto figli di una matrice hardcore tenuta sottopelle ma capace di esplodere e una dose di sperimentalismo che parte da trame jazzate per toccare lidi progressive. Il sound non è di facile collocazione, con la tromba di Calcaprina bizzosa e le ritmiche che possono ricordare i Primus ma con una maggiore violenza distruttiva, una potenza calcolata in cui il jazz incontra contorsioni funk ad alto tasso di energia. I toscani tentano di allontanarsi da stereotipi e clichè, si abbandonano nella ricerca di qualcosa di indefinito sospinti dalla volontà di creare una linea personale e variopinta e lo fanno con coraggio e giusta attitudine, incuriosendo chi li ascolta. La coppia Tosi-Mazza è perfetta soprattutto quando c’è da spingere il piede sull’acceleratore, con il suono del basso posto in primo piano soventemente e Calcaprina libero di esprimersi in territori jazz (Ampullaria). La foga dei Tom Moto non dimentica di toccare aspetti maggiormente sperimentali che li porta ad elaborare una sorta di crossover strumentale, che parte dal Miles Davis di Bitches Brew e Live evil per passare dall’irriverenza dei vari project di Les Claypool e arrivare ai contemporanei Junkfood. I pezzi sono tutti molto strutturati (con l’eccitante apoteosi di Calcamoto) ma coinvolgenti, probabilmente anche per la passione e la veemenza che fuoriescono dalle composizioni e che sono facilmente avvertibili lungo gli ascolti. In attesa del terzo album Allob Allen probabilmente innalza il livello di qualità raggiunto dalla band con Junk e conferma la bontà del progetto del trio pisano. (Luigi Cattaneo)


Calcamoto (Video)


https://www.youtube.com/watch?v=O3Uvdrk4Fic

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