martedì 23 gennaio 2018

THE SINGER IS DEAD, \\ (2017)


I The Singer is Dead nascono nel 2012 con l’intento di proporre post rock strumentale e già nel 2014 esordiscono con un interessante ep dalle sfumature math e vincono il contest Bandzilla di Saronno. Dopo esperienze live con act di un certo peso come Ufomammut, Tides from Nebula e Zeuss, arriva il primo full lenght, \\, prodotto da Mattia Stancioiu e che segna un passo in avanti nel percorso di crescita dei milanesi. I canoni post sono assolutamente rispettati, soprattutto nella capacità di creare l’adeguato mood e questo perché i ragazzi conoscono perfettamente la materia e si prodigano con successo per dare vita ad un lavoro caldo e coinvolgente. I crescendo di chitarra, sapientemente emozionali e melodici, vengono sostenuti da una compatta sezione ritmica ma è l’interplay generale dell’ensemble che rimanda a decani della scena come Mogwai e Slint, a cui aggiungono però una personale visione, fatta di irruenza e spirito battagliero. Suoni veementi si alternano a più placide sezioni, parti cinematografiche narrano senza parole virando improvvisamente con incursioni emocore verso frangenti più spinti, mostrando come l’Italia sia attiva anche in questo ambito e si muova nel sottobosco in maniera credibile (vedi Arirang o 42DE, giusto per citare qualche piccola ma interessante realtà). Tutto ciò è ravvisabile a partire dall’iniziale STQT, che abbina sapientemente forza e pathos, così come una certa epicità, elementi che si ravvisano un po’ in ogni brano e che richiamano anche God is an Astronaut, Junkfood e Goodspeed You! Black Emperor. Il fluire del disco coinvolge nelle sue dilatate atmosfere, foriere di un percorso che fa dell’intensità un vero trademark, capace di colpire nel segno e di appassionare sin da subito l’ascoltatore. Disco di spessore che non posso che consigliare, soprattutto a chi vive di post strumentale. (Luigi Cattaneo)
 
QLNV (Video)
 
 
 
 
 

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