Nati nel 2012, gli
Urban Steam non hanno mai cambiato formazione (cosa più unica che rara) e hanno
sempre avuto l’obiettivo di scrivere brani senza pensare troppo ad un genere
specifico, un’esigenza comunicativa improntata alla scrittura e alla voglia di
mettersi in gioco suonando e divertendosi. Under
concrete è quindi un esordio che incorpora le tante passioni dei membri
della band (Paolo Delle Donne alla voce, Federico Raimondi alla chitarra,
Fabrizio Sclano al basso e Diego Bertocci alla batteria), muovendosi tra progressive
(quello dei Rush, dei Cosmosquad e dei Porcupine Tree) e hard & heavy
(Black Sabbath, Whitesnake, Dio), caratteristiche che troviamo già nell’energia
dell’iniziale Storm. Anche They live non scherza in quanto a carica
e vivacità, mostrando anche il lato alternative rock del quartetto, mentre Soul è una gradevole e malinconica
ballata. A metà disco gli Urban Steam piazzano dapprima la buonissima title
track in odore di progressive e poi Cross
the line, che torna su territori più cadenzati ma brilla per enfasi
interpretativa e songwriting. Citylights conferma
l’indole del gruppo di scrivere brani sempre molto attenti al vestito melodico,
Wake up alterna parti vigorose con studiati
rallentamenti, in un saliscendi congeniale alla riuscita del pezzo. Years conclude in maniera coinvolgente
un album riuscito e che potrebbe trovare terreno fertile anche nella scena hard
& heavy italiana, da sempre foriera di band meritevoli di maggiori
attenzioni. (Luigi Cattaneo)
Under concrete (Video)
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