Construction
site è l’esordio multietnico di Ike, progetto di Isaac De
Martin registrato con ben 16 musicisti di sette paesi differenti, uno sguardo
curioso e trasversale, multiforme, che coniuga indie, elettronica e pop senza
porsi limiti di sorta. Un cantiere aperto dunque, contaminato, sintesi degli
umori altalenanti di Isaac, che si riflettono sin da Flughafen love, lieve e brillante esempio del mood Ike, gestito con
sapienza dal particolare timbro dell’eccentrica Karla Stereochemistry. Auburn june è lo strumentale che segue,
tra ritmiche elettroniche e parti fiatistiche, mentre Karla segna anche il
passaggio di Plastikspoon, elegante
sviluppo di un sound sempre molto corale. Das
birke è un altro strumentale e mette in luce anche la bravura dei musicisti
coinvolti, abbinata ad una scrittura davvero rifinita, un trip intrigante che
risulta tra le cose migliori del lavoro. A
ballad to Ms. Forest è invece cantata da Mabbasta Voodoo, col risultato di
spostare il tiro verso il folk, prima di Balchik
Garten, che per intensità non sfigurerebbe nel catalogo 4AD, e la sottile
vena malinconica della sognante Seeds ‘n
flowers. Alice Vivian è l’anima soul di Mother
don’t cry, che poi muta nella dance finale di The journey into the welcome, chiusura di un disco che, pur con
qualche calo creativo, risulta essere interessante e figlio del contemporaneo.
(Luigi Cattaneo)
Di seguito il link per ascoltare l'intero album
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