sabato 7 settembre 2019

IKE, Construction site (2019)


Construction site è l’esordio multietnico di Ike, progetto di Isaac De Martin registrato con ben 16 musicisti di sette paesi differenti, uno sguardo curioso e trasversale, multiforme, che coniuga indie, elettronica e pop senza porsi limiti di sorta. Un cantiere aperto dunque, contaminato, sintesi degli umori altalenanti di Isaac, che si riflettono sin da Flughafen love, lieve e brillante esempio del mood Ike, gestito con sapienza dal particolare timbro dell’eccentrica Karla Stereochemistry. Auburn june è lo strumentale che segue, tra ritmiche elettroniche e parti fiatistiche, mentre Karla segna anche il passaggio di Plastikspoon, elegante sviluppo di un sound sempre molto corale. Das birke è un altro strumentale e mette in luce anche la bravura dei musicisti coinvolti, abbinata ad una scrittura davvero rifinita, un trip intrigante che risulta tra le cose migliori del lavoro. A ballad to Ms. Forest è invece cantata da Mabbasta Voodoo, col risultato di spostare il tiro verso il folk, prima di Balchik Garten, che per intensità non sfigurerebbe nel catalogo 4AD, e la sottile vena malinconica della sognante Seeds ‘n flowers. Alice Vivian è l’anima soul di Mother don’t cry, che poi muta nella dance finale di The journey into the welcome, chiusura di un disco che, pur con qualche calo creativo, risulta essere interessante e figlio del contemporaneo. (Luigi Cattaneo)

Di seguito il link per ascoltare l'intero album

Nessun commento:

Posta un commento