Avevamo parlato degli
Hollowscene quando ancora si chiamavano Banaau (band nata ad inizio anni ’90
come duo, Andrea Massimo alla chitarra e alla voce e Lino Cicala alle
tastiere), in occasione di The burial,
interessante ep del 2016. La firma con la storica Black Widow Records e una
line up definitiva che vede, oltre Massimo e Cicala, Walter Kesten (chitarra e
voce), Demetra Fogazza (flauto e voce), Andrea Zani (tastiere e voce), Tony
Alemanno (basso e voce) e Matteo Paparazzo (batteria e voce), ha portato a
questo debutto omonimo davvero di buonissima fattura. La prova corale,
d’insieme, è alla base della sontuosa suite Broken
coriolanus, divisa in cinque frangenti per poco più di 40 minuti sinfonici,
ispirati ai Genesis e al progressive inglese ma anche ad un certo dark prog
d’annata, trademark che va a creare qualcosa di estremamente affascinante e
misterioso. Il primo step è la genesisiana Welcome
to Rome, dove da subito troviamo una tavolozza di sfumature ben congegnate
e qualche rimando ai mai troppo decantati Nektar, band che attraversò i
settanta sfornando parecchi album da riscoprire. A brave fellow accentua il lato progressivo della proposta, tra
tempi dispari, soluzioni elettriche e soavi melodie lontane nel tempo. Traitor continua a parlare il linguaggio
del prog inglese, con sprazzi sinfonici e cambi di tempo improvvisi, mentre Slippery turns (atsumori) presenta un
singolare recitato in giapponese ad opera di Takehiro Ueki, che risulta uno
stimolante espediente per la funzionalità del pezzo. La suite si chiude con il
grandeur, malinconico e maestoso, di Rage
& Sorrow, tredici minuti in cui i milanesi decantano e sintetizzano
decenni di ascolti progressivi, interiorizzati e dipanati con passione e
soprattutto pathos. Ci sono altri due brani, The worm, che arriva direttamente dagli anni ’90 e che già mostrava
la direzione stilistica futura e The moon
is down, cover dei Gentle Giant e bel finale di un lavoro prezioso, da
gustare e approfondire per cogliere appieno anche i tanti sviluppi testuali presenti
in esso. (Luigi Cattaneo)
Welcome to Rome (Video)
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