Nati solamente tre anni
fa, i Protean Circus sono un sestetto formato da Daniele Imperioli (voce),
Marco Cutini e Lorenzo Zanelli (chitarre), Andrea Piacentini (tastiere), Simone
Todini (basso) e Luca Cutini (batteria), dedito ad un progressive rock che non
disdegna incursioni nel metal. Rhymes in
the voice of river mi ha sorpreso per la qualità complessiva della
proposta, soprattutto se si pensa che la band è di nuova formazione, un concept
davvero suggestivo e ispirato. L’iniziale Ancient
rhymes è già un biglietto da visita altamente progressivo, atmosferica e
classica nel suo strutturarsi, omaggio diretto ma non pedissequo ad un genere
oramai storicizzato nei decenni. The
vision continua sulla stessa lunghezza d’onda, mettendo in luce un
songwriting attento e incisivo, prima di Whisper
e Wild waves, pezzi caldi,
delicati ma anche capaci di avere impatto e linee melodiche efficaci,
caratteristiche guida del sound stratificato del gruppo. Deception is revealed sposta il tiro su un metal prog di grande
qualità, Imprisoned calca la mano
invece sul pathos, elemento emozionale che la band maneggia con una certa
padronanza, mentre Alone torna a parlare
un linguaggio più consono all’hard. Ci avviciniamo al finale, dapprima con la
delicata The land of fortress e poi
con la dinamica The end of the king e
la conclusiva perla A mild immortal nymph
of river, oltre 12 minuti che sono la quintessenza del background del
gruppo, tra distorsioni rock, arrangiamenti soavi e soli pregevolissimi. Da
segnalare inoltre un booklet molto curato e professionale, corollario di un
lavoro che pone il gruppo vicino ai validi esordi di Overture e La Stazione
delle Frequenze, compagini meritevoli di avere uno spazio maggiore nel panorama
underground di casa nostra. (Luigi Cattaneo)
A mild immortal nymph of river (Video)
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