lunedì 23 settembre 2019

PROTEAN CIRCUS, Rhymes in the voice of river (2019)


Nati solamente tre anni fa, i Protean Circus sono un sestetto formato da Daniele Imperioli (voce), Marco Cutini e Lorenzo Zanelli (chitarre), Andrea Piacentini (tastiere), Simone Todini (basso) e Luca Cutini (batteria), dedito ad un progressive rock che non disdegna incursioni nel metal. Rhymes in the voice of river mi ha sorpreso per la qualità complessiva della proposta, soprattutto se si pensa che la band è di nuova formazione, un concept davvero suggestivo e ispirato. L’iniziale Ancient rhymes è già un biglietto da visita altamente progressivo, atmosferica e classica nel suo strutturarsi, omaggio diretto ma non pedissequo ad un genere oramai storicizzato nei decenni. The vision continua sulla stessa lunghezza d’onda, mettendo in luce un songwriting attento e incisivo, prima di Whisper e Wild waves, pezzi caldi, delicati ma anche capaci di avere impatto e linee melodiche efficaci, caratteristiche guida del sound stratificato del gruppo. Deception is revealed sposta il tiro su un metal prog di grande qualità, Imprisoned calca la mano invece sul pathos, elemento emozionale che la band maneggia con una certa padronanza, mentre Alone torna a parlare un linguaggio più consono all’hard. Ci avviciniamo al finale, dapprima con la delicata The land of fortress e poi con la dinamica The end of the king e la conclusiva perla A mild immortal nymph of river, oltre 12 minuti che sono la quintessenza del background del gruppo, tra distorsioni rock, arrangiamenti soavi e soli pregevolissimi. Da segnalare inoltre un booklet molto curato e professionale, corollario di un lavoro che pone il gruppo vicino ai validi esordi di Overture e La Stazione delle Frequenze, compagini meritevoli di avere uno spazio maggiore nel panorama underground di casa nostra. (Luigi Cattaneo)

A mild immortal nymph of river (Video)  



Nessun commento:

Posta un commento