Avevamo lasciato i
Finister nel 2015 con l’ottimo Suburbs of
mind, disco che aveva permesso loro di suonare in Inghilterra, Germania,
Francia, Olanda, Belgio e Serbia, condividendo il palco anche con artisti di
fama internazionale come The Kooks e Prodigy. La line up formata da Elia
Rinaldi (voce, chitarra, synth), Orlando Cialli (synth, piano e sax), Leonardo
Brambilla (basso) e Lorenzo Burgio (batteria) è ormai ampiamente collaudata e
la collaborazione con un producer come Hovie B ha permesso loro di firmare con Please, take your time un come back notturno,
intimo, in cui la forma canzone è ritagliata su dettagli di suono,
trasformandosi in qualcosa di nuovo per il quartetto, meno impetuoso rispetto
all’esordio ma più raffinato e colto. Lighter
è l’inizio che spiazza, elettrorock affascinante e lontano dall’irruenza di
qualche anno fa, prima della darkeggiante vena di A free bug e di I know that I
can be with you, in cui calde note di sax dipingono uno scenario suadente e
con punte di malinconia. Pan tribal è
il primo momento in cui ricompare lo spirito impulsivo del debut, mentre
frangenti psych animano My deepest faces.
Vapor è la ballata di turno,
evocativa e davvero godibile, I can see
you deve di nuovo molto al bel solo di sax di Cialli, che ben si adagia su
una struttura tenue ma ricercata. Inquieta elettronica vibra in Skyscrapers, momento conclusivo di un
lavoro stimolante, che non fa altro che confermare la crescita della band e la
bontà del rooster della Red Cat. (Luigi Cattaneo)
Lighter (Official Video)
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