domenica 5 aprile 2020

ARCADELT, Arc8 (2019)



Quando si parla di Arcadelt si torna indietro nel tempo, a quando il nascente new prog sfornava band seminali come Marillion e Iq, gruppi che per estetica si rifacevano ovviamente al passato ma con una propria visione personale. Sulla scia di questo momento magico si formarono gli Arcadelt, era il 1992 e il quartetto strumentale solo con l’arrivo di Pierfrancesco Drago alla voce trova la sua stabilità e la produzione, tre anni dopo, di Enjoy, album ben accolto che consente loro di suonare nei festival nazionali. Dopo lo scioglimento del 1997 e la reunion del 2009, che porta alla pubblicazione del mini EnjoyPan per il mercato giapponese, ecco ritrovare in piena forma i romani (oltre a Drago abbiamo la line up originale formata da Fabrizio Verzaschi alla chitarra, Fabio Cifani al basso, Giacomo Vitullo alle tastiere e Sandro Piras alla batteria) con il nuovo Arc8, una piccola perla dell’attuale panorama, distribuito e promosso dalla Lizard Records e dalla GDC Rock Promotion.  Si passa con esperienza dall’hard prog di Blood on alle lunghe escursioni di The blue side, tipicamente new prog, capace di conservare l’aurea poetica di un genere ormai ben radicato da decenni di omaggi. Behind the curtain si muove ottimamente lungo il binario del sinfonico genesisiano, The heartbeat è una gemma di melodie raffinate, romanticismo e malinconia, uno dei brani migliori mai scritti dal gruppo, mentre Dogs in chains è decisamente più dura e inquieta. I toni fiabeschi di Caledonia si sposano con le atmosfere classiche che la band maneggia alla perfezione, nota di merito invece per Assenze, soave composizione impreziosita da un quartetto d’archi. Per gli amanti del new prog Arc8 è la giusta occasione per riscoprire uno dei tanti gruppi che in Italia hanno raccolto meno di quanto probabilmente avrebbero meritato negli anni ’90. (Luigi Cattaneo)

Caledonia (Video)



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