Attivi nel circuito underground da più di vent'anni, i Kerygmatic Project non sono degli
esordienti e il nucleo base del gruppo di Stresa ha i propri natali già nel
1998 quando Samuele Tadini (basso e voce), Danilo Nobili (batteria) e Marco
Campagnolo (tastiere), si ritrovano uniti dalla stessa passione per le
atmosfere evocative del progressive inglese anni ’70. Formazione a trio e ampio
uso delle tastiere rimandano ovviamente alla tradizione degli Emerson Lake
& Palmer (loro grande fonte d’ispirazione), ma in questo loro Greek Stars Gallery del 2012 ritroviamo anche
fortissimi legami con i Genesis e gli Yes, che potrebbero davvero solleticare
quanti hanno amato quella dorata stagione del rock progressivo. L’assenza di un
chitarrista non è un limite quando si ha un tastierista come Campagnolo,
gigantesco nel creare suoni e sprigionare feeling dalle sue tastiere, piano o
sintetizzatore che sia, e The tiger
paper’s great parade ne è esempio lampante. Indubbiamente la band si ispira
ai mostri sacri del genere, (sentite la title-track o Where the bell tolls again per farvi un’idea) ma lo fa in maniera
convincente e sentita. Il sound che ne deriva è un contenitore di umori e suoni,
che pur non risultando particolarmente innovativo, mantiene freschezza e
vivacità lungo l’arco di tutto il disco, e se è vero che i punti di riferimento
inglesi rimangono pressoché costanti è pur palese che le doti dei tre
Kerygmatic costituiscono una base solida e compatta. La sensazione è proprio
quella di trovarsi dinnanzi ad una band salda e coesa nel creare qualcosa di
credibile e brani come Beautiful you
Tonight o Starlight sono lì a
testimoniarlo. Greek Stars Gallery è
un lavoro intenso, costituito da composizioni che hanno il pregio di mostrare
il talento di un’altra interessante realtà tricolore. (Luigi Cattaneo)
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