Dopo l’esordio da
solista avvenuto solo un anno prima, Ivano Fossati tornò subito in studio di
registrazione con l’amico Oscar Prudente, per lavorare a quello che sarebbe
stato l’unico disco in condivisione con il cantautore ligure. Poco prima dell’aurora vide la luce nel
1974 e uscì sotto la supervisione sia della Fonit, al quale era legato Fossati,
sia sotto quella della Numero Uno, che invece gestiva il lavoro di Prudente. È
un album che presenta ancora qualche trama progressiva ma si apre verso un pop
a volte un po’ di maniera, anche se gli arrangiamenti, spesso eleganti e
raffinati, portano le composizioni in direzione di una canzone d’autore affine
a quella di Lucio Battisti e Flora Fauna e Cemento. Anche in questo caso
notevoli gli ottimi musicisti presenti alle session, tra cui spiccano Claudio
Pascoli al sax, sempre preciso nei suoi interventi mirati, l’ex Ribelli Gianni
Dall’Aglio alla batteria e Guido Guglielminetti al basso, una bella coppia
ritmica che avrà modo di mettersi in luce durante il passare dei pezzi. Il
disco scorre via piacevole ma senza momenti davvero memorabili, le strutture
rimangono imbevute di folk e pop, soprattutto nei cori femminili che troviamo
in Apri le braccia e 10 Km dalla città, due episodi che
denotano la voglia di avvicinarsi ulteriormente alla forma canzone. È l’aurora, con la sua verve malinconica e capace di ricordare in parte il
periodo Delirium, raccoglie i più ampi consensi, così come L’Africa (insieme formarono il 45 giri promozionale), l’unica
cantata da Prudente. Indubbiamente attraente è Lo stregone, brano in cui emerge tutto il talento di Pascoli. Le
melodie risultano più semplici e ruffiane e questo è un aspetto ancor più
marcato se confrontato con il debut, come se Fossati cercasse una linea di
confine tra semplicità e ricerca. In quest’ottica possiamo leggere brani leggeri
come Ehi Amico e Prendi fiato e poi vai, che
si contrappongono alle derive prog di Gil
e Tema del lupo, i due
strumentali presenti e forse i momenti più interessanti, con quest’ultima
vicina ai temi brasiliani che avevamo trovato con più assiduità nell’esordio e
che qui purtroppo non vengono riproposti. Poco
prima dell’aurora è un album che si lascia ascoltare ma che non segna un
cambio di passo deciso, mostra le stesse pecche che avevano contraddistinto Il grande mare che avremmo traversato.
Anche l’apporto di Prudente, cantautore sottostimato ma pieno di talento, non
cambia le carte in tavola a questa fase iniziale della carriera di Fossati, che
oscilla tra nuove sensazioni pop e la voglia di accostarsi ancora un po’ a
sonorità più complesse. Il sodalizio artistico con Prudente in realtà non si
esaurì immediatamente, in quanto Fossati collaborò nella realizzazione di Infinite Fortune, edito lo stesso anno.
(Luigi Cattaneo)
È l’aurora (Video)
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