mercoledì 9 settembre 2020

CAU PORTA, Grow (2019)


Arrivano da Bologna i Cau Porta, trio che in questo debutto è riuscito a mettere insieme musica popolare pugliese, jazz ed elettronica. Grow diviene quindi un viaggio eclettico che da Nord si sposta sino al profondo Sud, con Vinnie Matozza (batteria), Felix Matozza (basso) e Giovanni Romeo (chitarra) che si fanno accompagnare da una nutrita schiera di ospiti, tutti bravissimi nel mettere in campo le idee del trio. Il tema del viaggio e della migrazione sono proprio al centro del lavoro, figlio di background differenti, che qui ben si sposano tra loro, delineando un percorso che, partendo dalla tradizione italiana, si alimenta di pulsioni multiformi. Questo album rappresenta uno sguardo dentro e fuori le nostre origini, e vuole essere anche un invito all’ascoltatore a ricordare le proprie. Con queste parole la band evidenzia un punto di vista che si traduce nelle noti della popular song Tarantella del Gargano, imbevuta di jazz e sviluppi strumentali, con il Fender Rhodes di Gerry Pepe che si amalgama con i sontuosi fiati di Marco Vecchio (sax) e Simone Salvini (tromba), elementi dove si muove sicura la voce di Maria Mazzotta, già con il Canzoniere Grecanico Salentino e tra le interpreti più autorevoli della World Music. Sulla stessa falsariga, spostandosi nel leccese, vi è Pizzica di Galatone, dove però troviamo Rachele Andrioli, altra voce fondamentale del nostrano meridione, mentre Here e Grow risultano più sperimentali e lambiscono il post. Raffinatissimo il jazz rock di Cau Porta, dove i fiati del New Horns Ensemble svolgono un ruolo di primo piano, insieme ad un ispirato Edoardo Marraffa al sax tenore. Bella ci dormi presenta dietro il microfono di nuovo Rachele Andrioli, mentre la chiusura soffusa e lievemente malinconica di Roho è il valido epitaffio di un debutto curioso e trasversale. (Luigi Cattaneo)

Tarantella del Gargano (Video)


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