Nati in piena era new
prog, gli Algebra, dopo quasi 40 anni di attività, sono ancora presenti nel
panorama nostrano, segno che la passione che animava questi ragazzi nel 1983,
epoca del primo demo, è intatta e resiste allo scorrere delle mode e del tempo.
Alfieri di un certo stile negli anni ’90, epoca di Storia di un iceberg (1994), hanno portato avanti un discorso
coerente sino al 2009, quando JL
segnò il loro ritorno sulle scene, disco che vedeva i due fratelli Hackett come
ospiti speciali. Il nuovo Deconstructing
classics, uscito per Andromeda Relix nel 2019, pesca a piene mani brani
piuttosto noti del progressive mondiale, versioni apparse negli anni dentro
compilation tributo spesso firmate dalla Mellow Records. Composizioni
interpretate dalla band con spirito e gusto dalle varie formazioni che hanno
segnato la storia dei campani, tra cui spiccano Dusk dei Genesis, Funny ways dei
Gentle Giant e Song within a song dei
Camel, tutte presenti sul primo CD. Nel secondo invece, oltre ad altre
apprezzabili cover, come Strangers in
space dei Procol Harum, troviamo quattro pezzi scritti dai beneventani,
ossia l’interessante Straight, una
riuscita versione live di Russian Suite
e due brani che ci riportano ai primi anni di vita del gruppo, The clouds are always present e Il muro. Gradevole omaggio ai grandi del
prog, in attesa di un lavoro di inediti che ormai manca da tanti anni. (Luigi
Cattaneo)
Russian Suite (Video)
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