Progetto nato nel 2016
per volere del chitarrista Armando Greco (già con Tic Tac Bianconiglio e
Lexus), Il Silenzio delle Vergini arriva al terzo lavoro (dopo Colonne sonore per Cyborg senza voce del
2017 e l’ep Su rami di diamante dell’anno
seguente) con questo Fiori recisi,
poco più di mezz’ora intrisa di new wave, post e psichedelia. I bergamaschi
hanno composto un disco intenso e drammatico, con spoken word che si sposano
perfettamente con atmosfere malinconiche piene di pathos, che finiscono per
sottolineare con enfasi i passaggi di un racconto dove i fiori del titolo sono
coloro che hanno affrontato momenti bui, che qui diventano il filo conduttore
dell’intera narrazione. Oltre a Greco troviamo Cristina Tirella al basso e
Francesco Lauro Geruso alla batteria, ottimi interpreti di visioni cupe e dai
tratti goth, vicine ai The Cure, band che probabilmente ha parecchio ispirato
il raffinato sound del trio. Non ho più
paura instrada da subito l’ascoltatore verso un cammino fatto di pulsioni
accostabili al dark inglese, che trovano sbocco in Cuore di farfalla e Cenere,
due tra le song più riuscite del disco. La title track e Il treno dei desideri toccano l’anima, immagini conclusive di un
album ispirato per tutta la sua durata. (Luigi Cattaneo)
Il treno dei desideri (Video)
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