Poeta, pittore, romanziere,
musicista. Gianni Venturi è tutto questo, sin da quando, giovanissimo, la
Fonoprint di Lucio Dalla pubblica un suo 45 giri e blu Sottile. Conosciuto soprattutto per essere il vocalist degli
Altare Thotemico (è di questi giorni il terzo Selfie Ergo Sum), Mantra
informatico esce a suo nome nel 2018 per MP & Records, fusione di musica
elettronica e versi declamati, a volte con rabbia, a volte con un eleganza
oscura, al passo coi tempi narrati da Gianni. L’album appare come la naturale
prosecuzione del progetto Moloch, lontano da leggi di mercato vuote e
opprimenti, con Venturi che si fa accompagnare in questo viaggio da Valerio
Venturi (basso), Daniele Bagnoli (programmatore), Debora Longini (elettronica),
Emiliano Vemizzi (sax) e Lucien Moreau (voce). Poesia figlia della beat
generation, fonodramma vicino al Il Babau e i Maledetti Cretini, la poetica
cupa del Pierpaolo Capovilla di Obtorto
Collo, tutto centrifugato con la personale visione di un cantore che sa
essere provocatorio e diretto. Nulla sono
nulla sarò, diviene l’urlo glaciale di Distonia,
l’accenno delicato alla consapevolezza del nonno fa fibrillare Isole, così come il pensiero di Dolore antico fa scivolare in ricordi
lontani, dove sopra sotto dentro e fuori
è tutto amore. Dimmi che mi ami diviene
sintesi dei pensieri sin qui espressi, La
visione di Leonardo! affresco di un paese crudele e selvaggio, la
conclusiva Mother ideale finale di un
lavoro intimo ma al contempo pieno di forza e istinto. (Luigi Cattaneo)
Isole (Video)
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