mercoledì 4 agosto 2021

MARBIN, Russian Dolls (2020)

 


Nuovo lavoro per i Marbin, trio attivo dal 2007 formato da Danny Markovitch (sax), Dani Rabin (chitarra e basso) e Antonio Sanchez (batteria, spesso presente nella band di Pat Metheny), che mette da parte in questi 35 minuti le pulsioni più aggressive della loro musica per sfoderare 35 minuti di grande jazz strumentale, velato di musica popolare israeliana e tango. La classe del gruppo di Chicago (molto conosciuto in patria soprattutto grazie al passaparola tra appassionati) si denota sin dall’iniziale When there becomes here, che sorprende per un approccio lieve, anche vintage nell’impostazione, ma assolutamente credibile, proprio come Yellow roman candles, che si fa più movimentata, aumentando il groove con il passare dei minuti. Ships at a distance sembra omaggiare gli anni ’20 e ’30 del genere, Years that answer e Things od dry hours confermano la centralità di Markovitch in questo disco, che guarda con occhi curiosi alla tradizione di Charlie Parker, Julian Adderley e Sidney Brechet, sfumata nell’innovazione di un approccio world affascinante. È lo stesso sassofonista a spiegare di seguito le origini dell’album: All'inizio della pandemia di Covid-19, mia moglie ha trovato un vecchio taccuino di musica mentre riordinava la casa, e al suo interno c'erano molte canzoni che ho scritto e che non ho mai avuto modo di usare. Discutendole con Dani Rabin, abbiamo deciso che c'era più che abbastanza sostanza nelle canzoni per fare un album utile, a patto di poter reclutare un grande batterista jazz, il che è un eufemismo quando si parla di Antonio. Il titolo dell'album si riferisce a un'idea di un saggio scritto da mia moglie, che è ucraina e ha diversi set di queste bambole russe che nidificano. Fondamentalmente, vede le bambole non come una famiglia, ma come una sola persona che accumula una collezione di sé. Come il nostro sé bambino e il sé adolescente e il sé universitario sono tutte persone diverse che vivono dentro di noi, il modo in cui le bambole vivono l'una dentro l'altra. Ho pensato che fosse un nome perfetto per l'album poiché le canzoni sono state scritte in momenti diversi della mia vita: due, cinque, dieci e persino vent'anni fa. Quando ho scritto ognuna di queste canzoni ero un musicista diverso: un ragazzino che aveva appena preso in mano il sassofono e ne stava diventando ossessionato; un soldato improvvisamente ispirato durante il suo fine settimana a casa dall'esercito; un nuovo immigrato negli Stati Uniti che vive a Chicago”. Insieme a Russian Dolls è possibile acquistare anche Ten years in the sun (solo guitar) dove Rabin fa sfoggio di tutte le sue grandi doti. Maggiori informazioni al sito https://marbinmusic.bandcamp.com/ (Luigi Cattaneo)


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