Nuovo lavoro per i
Marbin, trio attivo dal 2007 formato da Danny Markovitch (sax), Dani Rabin
(chitarra e basso) e Antonio Sanchez (batteria, spesso presente nella band di
Pat Metheny), che mette da parte in questi 35 minuti le pulsioni più aggressive
della loro musica per sfoderare 35 minuti di grande jazz strumentale, velato di
musica popolare israeliana e tango. La classe del gruppo di Chicago (molto
conosciuto in patria soprattutto grazie al passaparola tra appassionati) si
denota sin dall’iniziale When there becomes here, che sorprende
per un approccio lieve, anche vintage nell’impostazione, ma assolutamente credibile,
proprio come Yellow roman candles, che si fa più movimentata, aumentando
il groove con il passare dei minuti. Ships at a distance sembra
omaggiare gli anni ’20 e ’30 del genere, Years that answer e Things
od dry hours confermano la centralità di Markovitch in questo disco, che
guarda con occhi curiosi alla tradizione di Charlie Parker, Julian Adderley e
Sidney Brechet, sfumata nell’innovazione di un approccio world affascinante. È
lo stesso sassofonista a spiegare di seguito le origini dell’album: “All'inizio della pandemia di Covid-19, mia
moglie ha trovato un vecchio taccuino di musica mentre riordinava la casa, e al
suo interno c'erano molte canzoni che ho scritto e che non ho mai avuto modo di
usare. Discutendole con Dani Rabin, abbiamo deciso che c'era più che
abbastanza sostanza nelle canzoni per fare un album utile, a patto di poter
reclutare un grande batterista jazz, il che è un eufemismo quando si parla di
Antonio. Il titolo dell'album si riferisce a un'idea di un saggio scritto
da mia moglie, che è ucraina e ha diversi set di queste bambole russe che
nidificano. Fondamentalmente, vede le bambole non come una famiglia, ma
come una sola persona che accumula una collezione di
sé. Come il nostro sé bambino e il sé adolescente e il sé
universitario sono tutte persone diverse che vivono dentro di noi, il modo in
cui le bambole vivono l'una dentro l'altra. Ho pensato che fosse un nome
perfetto per l'album poiché le canzoni sono state scritte in momenti diversi
della mia vita: due, cinque, dieci e persino vent'anni fa. Quando ho
scritto ognuna di queste canzoni ero un musicista diverso: un ragazzino che
aveva appena preso in mano il sassofono e ne stava diventando
ossessionato; un soldato improvvisamente ispirato durante il suo fine
settimana a casa dall'esercito; un nuovo immigrato negli Stati Uniti che
vive a Chicago”. Insieme a Russian Dolls è possibile
acquistare anche Ten years in the sun (solo guitar) dove Rabin fa
sfoggio di tutte le sue grandi doti. Maggiori informazioni al sito https://marbinmusic.bandcamp.com/
(Luigi Cattaneo)
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