lunedì 22 novembre 2021

INSTANT CURTAIN, Let tear us apart (2020)

 


Bell’esordio per gli Instant Curtain, quartetto composto da Giuseppe Petrucci (chitarra, hammond, piano, mellotron e synth), Fabrizio Poggi (basso, tastiere e batteria), Carlo Maria Marchionni (batteria) e Massimo Gerini (voce), che arriva a questo Let tear us apart consapevole dei propri mezzi e con una passione innata per il progressive rock. Inutile dire della bravura tecnica degli interpreti, abbinata ad una buona capacità di scrittura, che fa dell’album un bel viaggio all’interno di un mondo sonoro composito e suggestivo, dove troviamo le origini inglesi di un genere immortale ma anche i suoni di band nostrane come Court e Anèma. Reverse in the sand mostra da subito una band attenta alla rifinitura melodica, capace di porre uno sguardo sul passato storico ma anche sul contemporaneo, Tell the tales, may I cita i Genesis ed è un episodio dalle tipiche atmosfere vintage, mentre The beginning mostra come il lavoro d’insieme per la band sia fondamentale. Briosa e complessa All white, tesa e coinvolgente The ship battle down, tra i momenti migliori del disco, prima di And the rest divide us, altro brano notevole, con l’hammond che si fa protagonista con il passare dei minuti. I Genesis sembrano tra i modelli anche in Safe as the world, Petrucci gioca con la chitarra in Stay, il finale di April, con le intricate ritmiche della coppia Marchionni/Poggi è l’epitaffio di un lavoro interessante e molto gradevole. (Luigi Cattaneo)


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