Artista di lungo corso
(ha esordito negli anni ’80), Davide Riccio, in arte DeaR, torna a breve
distanza da New roaring twenties/Human decision required, con un lavoro
edito da Music Force. Out of Africa è un album molto lungo, 19 brani per
80 minuti circa di musica, una creatività altalenante ma genuina, che guarda al
continente del titolo come punto di partenza, salvo poi sviare in territori a
volte bluesy, a volte elettronici. Probabilmente il disco avrebbe giovato di
una minore prolissità, perché le idee emergono senz’altro ma a volte vengono
soffocate da uno sviluppo complessivo che tende ad essere eccessivo. Vi sono
difatti intuizioni interessanti e una generale voglia di esplorare senza
paletti, caratteristica che pare contraddistinguere da sempre l’animo di
Riccio, che sembra guardare ad artisti trasversali come David Bowie, Brian Eno
e David Byrne. Imperfetto ma affascinante, il progetto DeaR non si smentisce e
prosegue lungo la sua strada, che rimane personale e lontana da qualunque moda
del momento. (Luigi Cattaneo)
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