A distanza di meno di un
anno da Psychopomp, John Irvine ha pubblicato un nuovo lavoro a gennaio
2023, Scanning the dark horizon, ennesimo esempio di ottima fusion
progressiva, questa volta incanalata all’interno di un concept di natura
fantasy. Irvine (chitarra, tastiere, basso), insieme a Andrew Scott (batteria),
ha dato di nuovo prova di essere non solo un grande musicista, ma anche un
brillante autore, capace di costruire in maniera fluida e spesso interessante
un racconto strutturato ma anche comunicativo. La title track apre il disco, un
brano con le tastiere da subito ben in evidenza, prima del break chitarristico
esposto con cura da Irvine, un saliscendi tra le parti pregevole, che ci
conduce a The cloud seeders, un bellissimo esempio di come intende il
progressive lo scozzese. Solar winds unisce armoniosamente fusion e
prog, Of seas and oceans si distingue per eleganza e raffinatezza
compositiva, mentre A delicate thread è un gradevole ponte con la
successiva Life line, tra gli episodi meglio riusciti. La coinvolgente The
storm chasers e la godibile A world on the run chiudono uno degli
album più apprezzabili del musicista di Edimburgo. (Luigi Cattaneo)
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