Quinto album per John
Irvine (chitarra, tastiere, basso), polistrumentista di Edimburgo che avevo già
incontrato qualche anno fa, ai tempi dell’uscita dell’ottimo The machinery
of the heavens (recuperatelo). Quasi una one man band, completata dal
possente drumming di Calum McIntyre, e conferma dell’amore di Irvine per
progressive rock strumentale e jazz fusion ad alto livello di intensità
tecnica. Fattori che ritroviamo anche in Psychopomp, pubblicato nel
2022, album che si apre con l’inebriante Changing worlds, epica traccia
tra tempi dispari, rallentamenti e parti solitarie incandescenti, che mi ha
ricordato qualcosa dei nostrani Red Zen. Il raffinato gioco tra synth e
chitarra della title track è sostenuto dalla spinta ritmica di McIntyre, Weight
of the heart si tinge di fusion alla Holdsworth, mentre la breve The
devil’s work funge da collante con l’espressiva Esoteric dimension, in
bilico tra hard e dark progressivo. Le ottime trame di In a higher gear e
The melancholy martian ci portano alla conclusiva Childhood Jetpack
Delirium, memorabile finale di un lavoro che conferma la grande qualità non
solo tecnica, ma soprattutto compositiva del musicista inglese. (Luigi
Cattaneo)
Esoteric dimension (Video)
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