Primo full lenght per i
Giant Hedgehog, quartetto formato da Patrick Aguilar (basso), Moritz Nixdorf
(batteria), Niklas Tieke (chitarra) e Thomas Mrosek (sax), autore di un lavoro
interamente strumentale (ad esclusione di un piccolo cameo di Stella Polaris). Im
siel è un disco ottimo, un crescendo di soluzioni ora più atmosferiche ora
più aggressive, spesso sottolineate dagli interventi, belli e precisi, di
Mrosek, che si muove splendidamente all’interno di un quadretto a tinte
autunnali. I tedeschi costruiscono trame emozionali con sicurezza e profondità,
suonano liberi, esplorando situazioni diverse tra loro, citando band come Van
Der Graaf Generator, King Crimson e in parte Kayo Dot, come nell’impressionante
title track di 23 minuti, compendio del suono sviluppato dal gruppo. Pur con
riferimenti certi la personalità non manca, basti ascoltare la meraviglia
esposta in Einkehr, le brillanti intuizioni di Gemurmel aus dem Brunnen
e l’intrigante Damals am Teiche, splendidi momenti di un esordio davvero
ben scritto e arrangiato. I tedeschi, dopo un ep e un maxi single, paiono
pronti per essere maggiormente conosciuti nel resto d’Europa, soprattutto se le
tante idee presenti saranno confermate nel prossimo album, banco di prova per
capire se i Giant Hedgehog hanno davvero tutte le carte in regola per una
carriera più luminosa. (Luigi Cattaneo)
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