Quinto disco per i
finlandesi Kosmos, gruppo folk progressivo chiaramente ispirato agli anni ’70 e
formato da Päivi Kylmänen (voce), Kimmo Lähteenmäki (batteria,
conga, organo, Mellotron), Kari
Vainionpää (chitarra, basso), Olli
Valtonen (shruti box, taalmala) e Ismo
Virta (chitarra, Mellotron, organo, sintetizzatore, batteria). L’utilizzo
della lingua madre, per quanto ostico, soprattutto inizialmente, acuisce il
fascino della proposta, sempre delicata e suggestiva, pregna di atmosfere bucoliche
dal forte impatto emotivo. Ponderato l’utilizzo di una strumentazione che
include anche violino, sax e xilofono (suonati dall’ospite Sini Palokangas), integrati all’interno di
composizioni che hanno il dono dell’incanto, come la title track, con il suo
incedere di mellotron e chitarre acustiche e Eilinen, soave trama intrisa di nostalgia. Meno ombrosa Kohti taivasta, con le percussioni di
Valtonen a guidare la traccia, prima di Salainen
oppi, tra i momenti più riusciti di Ajan
peili, ben costruita sulle note di pianoforte introduttive su cui ergono
fiati sempre calibrati. Chiusura affidata alla progressiva Minä olen, minacciosa emerge tra sprazzi strumentali efficaci,
tocchi sinfonici e parti leggermente più rock, buon finale di un lavoro molto
gradevole uscito nel 2019 per la nostrana Lizard Records. (Luigi Cattaneo)
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