Dopo aver parlato del
loro ultimo lavoro (L’enigma del capitale del 2020) sono andato alla
riscoperta dell’esordio del progetto Il Castello delle uova, band formata da Abele
Gallo (batteria), Pietro Li Causi (chitarra, loop), Benny Marano (voce
recitante), Salvatore Sinatra (piano, tastiere, loop) e Ciccio Stampa (basso,
chitarra), a cui vanno aggiunti Aldo Bertolino (tromba) e Maria Teresa Del
Grosso (cori), importanti per la riuscita dell’opera. Appunti sonori per una
cosmogonia caotica, uscito nel 2005, già presentava le caratteristiche
guida del disco successivo, tra progressive, jazz, post e una certa vena
sperimentale, che fanno di questo debutto un album complesso ma al contempo
piuttosto godibile. La libertà compositiva ed esecutiva dei siciliani sviluppa
un racconto psichedelico immaginifico, ricco di arrangiamenti curati ma anche
di parti maggiormente free, elementi tenuti assieme dall’abilità tecnica del quintetto.
Un disco che va ascoltato con grande dedizione per cogliere al meglio tutte le
sfumature del surreale concept firmato dalla band, che ha saputo dare forma e
concretezza alle tante idee nate negli studi Riff Raff di Marsala. (Luigi
Cattaneo)
Nessun commento:
Posta un commento