Nuovo lavoro per i The
Forty Days, che dopo il convincente esordio The colour of change tornano
con l’ottimo Beyond the air (sempre per Lizard Records). La band formata
da Giancarlo Padula (voce, tastiere), Dario Vignale (chitarra), Massimo Valloni
(basso) e Giorgio Morreale (batteria) parte subito forte con l’attacco di Monday,
dove l’interplay tra chitarra e tastiere disegna un brano elegante e raffinato,
progressivo ma dai lineamenti delicati. Certo ci troviamo dinnanzi ad un disco che
guarda al passato del genere, ma la qualità compositiva è alta e questa è l’unica
cosa che realmente conta, almeno per quanto mi riguarda, nel giudicare un
prodotto, che qui è dinamico, screziato di vari umori e molto ispirato. Ne sono
esempio pezzi come Under the trees, Beyond the air o Broken
bars, che si muovono agili tra tempi irregolari, momenti tenui, crescendo
emotivi, sprazzi hard prog profondi e frangenti vicini alla psichedelia. Lo strumentale
Bi!, con il suo incedere funky e la lunga In glide dimostrano la
grande maturità espressiva dei toscani, più legati al New Prog rispetto al
passato ma non per questo banali, anzi, la ricchezza degli arrangiamenti e delle
soluzioni adottate certifica l’internazionalità della proposta, tra le più
interessanti in ambito progressive nostrano del 2023 appena passato. (Luigi
Cattaneo)
Beyond the air (Video)
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