mercoledì 27 agosto 2025

URBAN CAIRO, Dysphoria (2024)



Interessante ritorno per gli Urban Cairo, classico trio alternative rock influenzato dal garage e dal grunge dei primi Nirvana, che dopo Nowhere in particular del 2019 si affaccia nuovamente sul mercato discografico con Dysphoria. Un lavoro autobiografico in cui troviamo il racconto personale di una vita in provincia, una valvola di sfogo che sfocia in brani pungenti e dal piglio punk, volutamente urticanti ma capaci anche di essere godibili. Un disco breve ma intenso, opportunamente grezzo, una scheggia ribelle in un mondo sempre più di plastica, figlia della voglia della band di scuotere e scuotersi, lontana da ogni levigata raffinatezza in favore di un approccio lo-fi senza compromessi. (Luigi Cattaneo)

mercoledì 20 agosto 2025

OLOGRAM, La mia scia (2024)



Secondo lavoro targato Ologram, band dei fratelli Giannì (Lorenzo alle chitarre, Dario al basso e alle tastiere e Roberto alle tastiere e al pianoforte) a cui vanno aggiunti Fabio Speranza (voce) e Giovanni Spadaro (batteria, percussioni, batteria elettronica). Gruppi come P.F.M. e Le Orme paiono tra le ispirazioni principali delle trame architettate da Dario (autore principale di musica e testi, ex Anèma) e compagni, che confermano l’amore per suggestivi sviluppi in chiaroscuro (già emersi nel precedente La nebbia del 2022) e strutture legate alla forma canzone, seppure raffinata e attenta al particolare. Un disco breve, poco più di 30 minuti in cui La mia scia racconta di un gruppo appassionato, che non ha la pretesa di inventare qualcosa di nuovo, ma capace di scrivere brani sempre godibili, come la strumentale Descent, in cui troviamo Gabriele Agosta al Fender e al moog (oltre che Matteo Blundo al violino), quasi un membro aggiunto che con il suo organo Crumar colora altri episodi del disco, su tutte Luna piena. Interessante anche la costruzione di Jacaranda, che si muove suadente tra tappeti di archi e folk acustico, lasciando l’impressione che questa possa essere una delle strade percorribili in futuro dai siciliani. Forse rispetto all’esordio non c’è stato il definitivo salto di qualità, quanto più la conferma di un progetto solido e strutturato. (Luigi Cattaneo)


martedì 19 agosto 2025

WHEELS OF FIRE, All in (2025)

 


Tornano a distanza di sei anni i Wheels of Fire, band di cui avevamo parlato ai tempi dell’uscita del precedente e validissimo Begin Again. Sempre sotto l’egida dell’Atomic Stuff (una garanzia dell’hard rock italiano), viene pubblicato ora All in, un lavoro che continua a guardare, seppur senza nostalgia, agli anni ’80 del genere, grazie anche alla raffinata scrittura di Davide Barbieri (voce, tastiere) e Stefano Zeni (chitarra), senza dimenticare i testi di Marilena Ferranti, quasi un membro aggiunto alla line up, che si completa con Simon Dredo (new entry al basso) e Fabrizio Uccellini (batteria). Tra chorus di grande impatto, riff diretti e senza fronzoli e una sezione ritmica precisa e corposa, si sviluppa un disco molto consigliato agli amanti dell’hard melodico, quello dei Bon Jovi o dei Danger Danger, ma anche di band contemporanee nostrane come Nightblaze o Room Experience. Pezzi come Fool’s paradise, End of time, Under your spell o Emptv risultano dotate di una carica live innata, conferma avuta anche nel recente show di Rho (Milano) in apertura ai Wings of Steel. Potete acquistare All in al seguente link https://www.wheelsoffireofficial.com/ (Luigi Cattaneo)

ATARAXIC VOID, Broken shadow (singolo 2025)



Con il nuovo singolo Broken Shadow, gli Ataraxic Void affrontano un tema profondo e universale: la lotta contro i propri demoni interiori. Quelli che, anche quando ci si sente al sicuro, possono riemergere all’improvviso, alterando radicalmente la percezione di sé e del mondo.

Memorie adolescenziali ancora impresse sull'anima, ricordo del desiderio autodistruttivo che porta all’autolesionismo e dell’incomprensione spesso ricevuta da chi dovrebbe offrire aiuto. Che sia davanti allo specchio o nell'ombra proiettata sul muro, il protagonista si vede rotto, difettoso, mostruoso.

Questo racconto crudo e introspettivo dà origine a una linea vocale esplosiva, che affonda gli artigli su un sound pesante e distorto: chitarre taglienti e basso imponente creano un’atmosfera densa nel solco di band come Staind, Godsmack, Shinedown, con parentesi plumbee in cui fanno capolino gli Alice in Chains.

La colonna sonora di chi non smette mai di combattere.

Ascolta Broken shadow su Youtube qui https://www.youtube.com/watch?v=niLt_QNlLWM&ab_channel=AtaraxicVoid-Topic

O sulla tua piattaforma preferita qui https://orcd.co/ataraxicvoid-brokenshadow


Gli Ataraxic Void nascono nel 2019 dall’urgenza creativa di Franz, chitarrista, cantante e autore, che decide di tornare alla musica dopo oltre un decennio di inattività. Le sue influenze spaziano dal grunge all’alternative, con riferimenti a band come Alter Bridge, Tool e Queens of the Stone Age. I suoi testi indagano le profondità dell’animo umano, tra morte, fragilità e alienazione.

Dopo alcuni cambi di formazione, la band trova stabilità tra il 2021 e il 2023 con l’arrivo del batterista Sal, già attivo in progetti come Sakem, Blazing Clash e Rockin’ 1000, che aggiunge precisione e groove alla sezione ritmica, del bassista Vinz, appassionato di crossover e autore di linee essenziali ma riconoscibili, e infine di Andre, chitarrista, cantante e autore con una lunga esperienza da musicista e content creator, il cui stile unisce sonorità rock anni ’80 e ’90.
Insieme danno vita a un progetto alternative rock che fonde post-grunge e crossover, arrivando alla realizzazione dell’album di prossima uscita Anthems for Those Who Are Stranded in a Blind Spot, frutto della fusione delle loro esperienze e visioni musicali.

sabato 16 agosto 2025

ENZØ, Noisy ass makes you smile (2024)

 

Esordio per gli Enzø, particolare duo formato da Romano Monero al basso e Danilo Peccerella alla batteria (anche se è giusto ricordare due ep e un live split con The Mushrooms precedenti a questa uscita), che propongono con Noisy ass makes you smile un full distorto e aggressivo, oscuro e nichilista. Caos e sarcasmo vanno a braccetto all’interno di in lavoro dove le linee ritmiche create appaiono subito pesanti come macigni, così come le due voci, che tra parti meno spigolose e altre decisamente debordanti, si fanno megafono di versi ironici e testi disillusi, tra alternative rock, noise, post punk e sludge. Si susseguono così brani ben costruiti come Gimme a reason, Walkin’ the streetsPigface e Everything is better than God, pezzi sporchi e senza compromessi ma con il giusto groove per coinvolgere chi ascolta l’album. Noisy Ass Makes You Smile è il suono di chi non ha più voglia di sopportare, ma non ha intenzione di arrendersi. Ascoltalo a tutto volume, sorridi, manda tutto a quel paese e divertiti. Noi siamo Enzø e questo è il nostro circo. Questo il messaggio del duo, che è riuscito ad esprimere tutta la propria rabbia, in una sorta di liberazione catartica dal quotidiano, senza ricercare appigli, vie semplicistiche o facili consensi. (Luigi Cattaneo)


martedì 12 agosto 2025

DARK REDEEMER, Harvester of sorrow (singolo 2025)



Harvester of Sorrow è uno dei brani più cupi dei Metallica: già nei versi iniziali “My life suffocates / Planting seeds of hate/ I've loved, turned to hate” i demoni di Hetfield si palesano e prendono vita, sfilando come spettri su una passerella infuocata, accompagnati da un sound saturo, nero, opprimente. Frustrazione, dolore, annientamento: tutto si coagula in un un immaginario di miseria e desolazione.

I Dark Redeemer scelgono di dare nuova voce a questi demoni e non solo: li esasperano, li moltiplicano, ne chiamano a raccolta altri, i loro personali. Si immergono nello spirito originale e lo elevano all'ennesima potenza.

Questa versione death metal di Harvester of Sorrow è violenta, atmosferica e malata: se le bacchette picchiano possenti sulle pelli come un esercito di fabbri, le tastiere avvolgono tutto con un'aura maligna e tetra; il growl divora ogni barlume di luce mentre le corde si fanno ancora più taglienti e abissali.

Il lyric video, apocalittico e angosciante, amplifica la sensazione di distruzione e rovina e contribuisce a portare Harvester of Sorrow ai confini estremi dell'oscurità.

Il brano è già disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Guarda il lyric video qui https://www.youtube.com/watch?v=XxAOzsL4CQ4&ab_channel=DarkRedeemer

Dark Redeemer nascono in Italia nell’estate del 2018 dalle ceneri degli Aleph, band progressive death metal con quattro album all’attivo tra il 2006 e il 2018. È in quel momento che i quattro deathsters decidono di sconvolgere le coordinate sonore della band, abbandonando le influenze più tecniche per dedicarsi a un sound più diretto e feroce: un incontro tra l’impatto tellurico del death svedese (Grave, Dismember, Entombed) e quello del death statunitense (Obituary, Morbid Angel, Immolation). Il risultato è un assalto sonoro old school, senza compromessi e dalla forte identità.

I Dark Redeemer non lasciano respiro all’ascoltatore, trascinandolo in un possente vortice di violenza e malignità. Un'onda nera dal profondo, un ritorno alle radici del “Suono della Morte”.

Il debutto discografico dei Dark Redeemer, Into the Deep Black, pubblicato da Blasphemous Records nel 2021, ha ricevuto distribuzione internazionale attraverso Sleazy Records (USA), Code 7 (Europa), Wormhole Death Japan, Fans and Bands (Messico), Egea Music (Italia) e in digitale su tutte le piattaforme.

Dopo la pubblicazione della loro brutale versione di Harvester of Sorrow, i Dark Redeemer sono al lavoro sul loro secondo album, in arrivo entro la fine dell’anno. Promettono un nuovo capitolo ancora più oscuro e violento, che proviene direttamente dal cuore delle tenebre.

La line-up è composta da Dave Battaglia (voce, chitarra), Manuel Togni (batteria), Giulio Gasperini (tastiere) e Antonio Ceresoli (basso).


lunedì 11 agosto 2025

BSDE 4TET, Live at Parma Jazz Frontiere (2024)

 


Ci eravamo già occupati del BSDE 4tet in occasione dell’uscita del primo album Elevating Jazz Music Vol.1, ed è un piacere ritrovare il gruppo guidato dal sassofonista Daniele Nasi, mente dietro il progetto, coadiuvato da Jung Taek Hwang al piano, Giacomo Marzi al contrabbasso e dalla new entry Mattia Galeotti alla batteria. La registrazione, avvenuta al Parma Jazz Frontiere Festival il 14 ottobre del 2023, mostra un quartetto coeso, che si muove sicuro nell’intreccio complesso di brani come Drowning in guilt o Waltz for Palestine, interazione che troviamo sia quando ci troviamo dinnanzi ai pezzi dell’esordio, sia quando ascoltiamo nuove composizioni. Questa capacità di muoversi come un blocco unico marchia anche la notturna Callin’, così come elegante e creativa appare 7 is the new 5, mentre la conclusiva Nord scream 2, South screams too, ispirata dai tragici fatti ucraini, è l’ideale chiusura di un live solido e suggestivo. (Luigi Cattaneo)

Oddly enough (Video)



domenica 10 agosto 2025

PINO SCOTTO, The devil's call (2025)



Nuovo lavoro per Pino Scotto, storica voce dei Vanadium e del rock metal italiano, ancora ispirato e convincente dopo più di 40 anni di carriera. The devil’s call si muove tra riflessioni e denunce, con l’inconfondibile voce di Pino accompagnata dall’enorme lavoro di Steve Angarthal (chitarra, basso, ukulele, mandola, tastiere, percussioni) e da Sergio Ratti (batteria, percussioni), un trio allargato dalla presenza in varie tracce di significativi ospiti. Come da tradizione Scotto si muove tra hard rock e blues, r’n’r e southern, una miscellanea di suoni che si contaminano, a formare un’antologia di influenze declinate secondo la personalità del vocalist napoletano. L’iniziale No fear no shame ha il merito di aprire con grande freschezza l’album, anche grazie alla presenza al piano di Mauri Belluzzo, che ritroviamo in A dozen souls, insieme alla chitarra di Osvaldo Di Dio (Franco Battiato, Cristiano De Andrè, Gianni Morandi), altro brano ricco di forza e pathos. Notevoli anche Afraid of living, in cui appare la chitarra di Paolo Bonfanti, e Catch 22, dove invece c’è un chitarrista purtroppo poco citato nel panorama italiano, Maurizio Glielmo della Gnola Blues Band (ed ex Treves Blues Band, nonché attivo nel gruppo di Davide Van de Sfroos), brano ispirato al romando di Joseph Heller. Altro grande chitarrista è Gennaro Porcelli (Edoardo Bennato), che dona la sua arte in Big Mama, un attacco all’America portatrice di potere e peccati, mentre l’organo di Enzo Messina (una collaborazione ventennale con Francesco Renga) colora le ottime A time for war e Good and evil dance. Un ritorno profondo e viscerale per una delle icone del rock nostrano, che forse ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato, in quanto, con i Vanadium, è stato tra i primi ad approcciarsi in maniera seria e professionale al genere, che ad inizio anni ’80 iniziava a fare i primi proseliti in Italia. Per acquistare o ascoltare l’album potete cliccare sul seguente link https://open.spotify.com/intl-it/album/0dCqdtcXEwv5T5QWgolehr (Luigi Cattaneo)


True friend (Video)





sabato 9 agosto 2025

RUSTY GROOVE, I'll taste you later! (2024)

 


Ci eravamo già occupati dei Rusty Groove con il precedente Dips (2020), ed è un piacere ritrovare Igor Marongiu (chitarra) insieme a Maurizio Giroldo (voce, basso) e la new entry Yuri Dell’Oste (batteria), una formazione rinnovata ma che continua a guardare al rock blues verace e sanguigno di ZZ Top e Jeff Beck. I’ll taste you later! si muove quindi lungo coordinate già apprezzate, confermando l’amore per certi suoni prorompenti, seppure levigati da anni di esperienza e una complessiva maturità di scrittura, che ha portato Igor, autore di 9 dei 10 brani presenti, alla creazione di un lavoro ispirato e altamente godibile. 



Tanti gli spunti interessanti in questo ritorno, che oscilla, elegante, tra hard blues, folk e Americana, mostrando tutta la verve del trio di Dronero (Cuneo), che ha sviluppato soluzioni sì potenti e senza fronzoli ma anche ricche di sfumature (basti ascoltare le due versioni di Black Drake Town, Rouge o Sandcastle). Il disco è disponibile al seguente link https://open.spotify.com/intl-it/album/2pO8WieXhI8JAyTFZ4tCxg (Luigi Cattaneo)

giovedì 7 agosto 2025

SONS OF SHIT, Freakshow (2023)

 


La seconda uscita del progetto Sons of Shit (dopo un ep del 2021), uscita nel 2023 tramite Overdub Recordings, vedeva il quartetto mantovano, formatosi tra la prima e la seconda ondata del Covid 19, muoversi tra crossover, rap e funky metal, pulsioni inquiete nate da riflessioni qui narrate con un velato alone di noir. Le tematiche cupe di cui è intrisa questa breve opera non sempre sono però adeguatamente sostenute dal giusto mordente, aspetto che sovente non permette di far emergere con sufficiente forza la carica eversiva che si percepisce nella musica e nei messaggi dei lombardi. Un peccato, vista la sfrontatezza e l’irriverenza senza filtri che si palesa nelle tracce di questo Freashow, manifesto di un’attitudine sincera e sfrontata, atta a schernire il finto perbenismo imperante dell’attuale società. (Luigi Cattaneo)

WALNUT TREE, Lie (2023)

 


Uscito nel 2023, Lie segnava il debutto dei Walnut Tree, band formata da Sara Maiorano (voce), Michele Meoli (chitarra, voce), Michele Perugini (basso) e Patrizio Petriella (batteria). Alternative rock e new metal vanno a braccetto in un ep d’esordio interessante, con i sette brani che scivolano via, magari senza particolari sussulti, ma anche senza cadute di tono. L’album ha il merito di presentare una band già rodata (l’anno di formazione è il 2019), che si muove con sicurezza lungo traiettorie tracciate, in cui troviamo i Sevendust e gli Evanescence, ma anche gruppi nostrani come Endless Harmony e Heretic’s Dream. I 26 minuti del disco vedono la Maiorano grande protagonista, con la voce di Meoli che si inserisce con il growl in qualche passaggio, a sostegno di riff ben calibrati e una sezione ritmica coesa. Un primo passo sicuramente gradevole, in attesa di un secondo episodio in cui è lecito attendersi una crescita complessiva da parte del quartetto. (Luigi Cattaneo)


mercoledì 6 agosto 2025

HELICON, Star's end (singolo 2025)



Star’s End, il nuovo singolo degli Helikon, è un viaggio crudo e potente tra luce e oscurità, un tuffo nell’abisso emotivo che si apre quando tutto sembra crollare. Non è una ballata sulla fine — è un grido lucido, una riflessione elettrica sulla trasformazione che nasce proprio nel momento in cui ogni certezza si sgretola. La fine, qui, non è resa: è l’inizio di qualcos’altro. È la scintilla che accende un nuovo fuoco.

La traccia racconta la paura dell’ignoto, il dolore della perdita, la sensazione di essere sospesi nel vuoto. Ma sotto la cenere resta una fiamma. E quel fuoco cresce, vibra, brucia di cambiamento.

Il brano è un cammino tra rovine e stelle, una corsa a occhi chiusi verso il confine tra ciò che siamo stati e ciò che potremmo diventare. Parla a chi ha toccato il fondo e ha scelto di non spegnersi, ma di risalire. A chi ha perso tutto ma ha trovato se stesso in mezzo al silenzio.

Star’s End è un inno fragile e feroce alla rinascita, dalle sonorità prog affini ad Haken e Leprous. Perché anche quando l’ultima stella si spegne, qualcosa può ancora nascere. Qualcosa di nuovo. Qualcosa che suona vero.

Ascolta Star's End su Youtube qui https://www.youtube.com/watch?v=rsUCfDfQA7I&list=OLAK5uy_mQreq0CK3gbjZENZIf8T8ruR5WXB_znuE

O sulla tua piattaforma preferita qui https://ffm.to/helikon-starsend

Gli Helikon nascono in Italia nell'estate del 2016, come un progetto principalmente orientato verso la musica Thrash e Heavy metal. Fin dall'inizio hanno collaborato con Eagle Booking, grazie alla quale hanno iniziato a esibirsi sui palchi di eventi importanti. Tra i vari concerti, hanno avuto l'onore di condividere il palco con band come Rhapsody of Fire, Seventh Wonder, Manilla Road, Onkel Tom, In.Si.Dia, Picture, Furor Gallico e molte altre.

Il genere che attualmente esplorano è quello del prog metal.

Dal 2019 al 2023 hanno collaborato con Cerberus Booking e Ad Noctem Records. Attualmente, lavorano con Sorry Mom!.


martedì 5 agosto 2025

MARCO MATTEI, Age of fragility (2025)

 


Nuovo album per Marco Mattei, autore di cui avevamo già parlato ai tempi dell’uscita del suo esordio, Out of control, un’opera prima di ottimo livello uscita nel 2021. In Age of fragility Mattei, che si divide tra chitarra, bouzouki, percussioni, tastiere ed elettronica, si fa accompagnare da un ensemble allargato, in cui spiccano Tony Levin (basso), Jerry Marotta (batteria, percussioni), Duilio Galioto (tastiere, piano) e Trey Gunn (Warr guitar), più una serie di cantanti che hanno interpretato le trame organizzate da Marco. Tra cantautorato e progressive rock, si sviluppa un disco raffinato ed elegante, velato di malinconia e pieno di rifiniture, dettagli che hanno contribuito ad innalzare la qualità complessiva di Age of fragility. Il concept, registrato ai Dreamland Studios di Woodstock (NY), tratta tematiche come l’isolamento, l’indifferenza, la fragilità delle relazioni, la depressione, e lo fa con una sensibilità rara, espressa in brani come So fragile, End of the line o Just tired. L’aver composto l’album soprattutto partendo dall’utilizzo di pianoforte e tastiere ha portato l’autore ad avere una nuova prospettiva della sua arte, ancor più matura e profonda, così come appare evidente l’apporto dei musicisti coinvolti, tutti notevoli. Il percorso artistico di Mattei arriva con questo ritorno a far combaciare le varie influenze che risiedono nella sua musica, che si muove disinvolta tra Peter Gabriel, Paul Simon e Pink Floyd. Per acquistare o ascoltare il disco potete visitare la pagina https://marcomattei3star.bandcamp.com/album/age-of-fragility (Luigi Cattaneo)

venerdì 1 agosto 2025

BLIND GOLEM, Wunderkammer (2024)

 

Uscito nel 2024, Wunderkammer segnava il ritorno dei Blind Golem, dopo l’ottimo esordio A dream of fantasy del 2021. Nessuna novità nella proposta del quintetto formato da Andrea Vilardo (voce, già con i Moto Armonico), Silvano Zago (chitarra, attivo con gli ottimi Bullfrog), Simone Bistaffa (tastiere, Hammond, piano, ha collaborato con lo storico bluesman Tolo Marton), Francesco Dalla Riva (basso, anche lui membro dei Bullfrog) e Walter Mantovanelli (batteria, un passato con Paul Chain), che ripropone un solidissimo hard rock settantiano tra Uriah Heep, Deep Purple e Lucifer’s friend, band tedesca dalla lunga discografia. Le trame di questa seconda prova (sempre tramite Andromeda Relix) confermano l’amore per certe melodie lontane nel tempo dei veronesi, capaci di donare una certa epicità a tutto il lavoro, davvero brillante e coeso. Brani come Man of many tricks, How tomorrow feels (cantata da Dalla Riva) o Born liars mostrano le doti di scrittura dei veneti, sempre più maturi e consapevoli sulla strada da percorrere, a dispetto di qualunque moda passeggera. Nota di merito per l’artwork ad opera di Rodney Matthews (che si era occupato anche del precedente album), uno dei grandi illustratori del rock, autore di cover per Magnum, Asia e Tygers of Pan Tang (giusto per fare qualche nome), corollario significativo di un disco altamente consigliato agli amanti di certe immortali sonorità. (Luigi Cattaneo)

Born liars (Video)






martedì 22 luglio 2025

EPIGRAFI, Arcadia (singolo 2025)



Con il nuovo singolo Arcadia, gli Epigrafi chiudono il primo capitolo del loro ambizioso concept Dedalus e aprono la porta verso il secondo atto, Inferno. Il brano affonda le radici in band come Opeth, Amorphis e Tool, offrendo un prog-death dinamico ed evocativo.

Il protagonista si ritrova in una sorta di Paradiso Terrestre, un luogo sospeso tra realtà e sogno, dove ha un fugace incontro con un simulacro di Amal, figura enigmatica e fondamentale. Nel momento culminante, ovvero un tentativo di bacio, la ragazza si dissolve in una cascata di sabbia, lasciando il protagonista solo in un mondo illusorio, alla ricerca di ciò che ha perso.

Attraversando questi suggestivi scenari onirici, ovvero le proiezioni mentali di Amal, emerge un unico elemento fisso: l’Albero della Conoscenza. Ma l’incapacità di connettersi a ciò che lo circonda e la perdita dell’identità di Amal innescano nel protagonista un processo di smarrimento. Comincia a dubitare dei ricordi, del sentimento, perfino dell’esistenza della ragazza stessa.

Arcadia riflette sulle fragilità della memoria e dell’amore idealizzato: il tappeto sonoro che mescola brutalità e atmosfere oniriche fa da preludio perfetto al viaggio che ci attende nel prossimo capitolo.


Ascolta Arcadia su Youtube qui https://www.youtube.com/watch?v=4Ms0M2OraVA&ab_channel=Release-Topic


O sulla tua piattaforma preferita qui https://ffm.to/epigrafi-arcadia


Il progetto Epigrafi nasce nel 2016 a Bassano del Grappa dall’iniziativa di quattro ragazzi – Pietro, Enrico, Riccardo e Jacopo – uniti dalla passione per il metal e ispirati da gruppi come Death, Opeth e Dimmu Borgir. Dopo i primi brani pubblicati online e alcune esibizioni live, la band realizza il suo primo album Sublime and Vain. Con il tempo subisce alcuni cambi di formazione: Jacopo e Riccardo lasciano il gruppo, sostituiti da Alberto alla batteria e Mattia al basso, che introducono sonorità più vicine al metalcore e al prog pur mantenendo l’intensità del death metal. La band si afferma nei live e partecipa a vari contest, ottenendo ottimi risultati. Durante la pandemia, invece di fermarsi, continua a scrivere e inserisce un nuovo chitarrista, Riccardo, ampliando così il proprio sound. Nasce così Dedalus, un concept in tre parti ispirato a un’opera distopica di stampo dantesco. Il primo capitolo (“PH1 – Purgatorio”) viene pubblicato come EP nel 2022. Dopo il successo al Vicenza Rock Contest 2023, gli Epigrafi iniziano una collaborazione con Sorry Mom! e tornano in studio per registrare PH2 – Inferno, in uscita quest'anno e anticipato dal singolo Arcadia. La formazione attuale è composta da Pietro (voce), Enrico e Riccardo (chitarre), Mattia (basso) e Alberto (batteria).


SENSE OF URGENCY, The redemption of the I (singolo 2025)



The Redemption of the I è il nuovo brano dei Sense of Urgency, parte centrale di una trilogia sonora che esplora le profondità dell’identità e del risveglio interiore. Un viaggio che parte dal baratro dell’alienazione ("escape from reality and search for the unknown, I cannot seem to find myself / … emptiness as a state of mind") per culminare nella riconquista dell’Ego e nella rinascita dell’individuo.

Il testo, volutamente essenziale e raccolto, lascia spazio al paesaggio sonoro, vero protagonista del brano: atmosfere desolate ma dense di significato, che dalla riflessione fluiscono in un crescendo di tensione. Le chitarre liquide e distorte disegnano riff dai contorni definiti su percussioni tribali e ancestrali, per esplodere in un refrain liberatorio di ritrovata identità. Il finale orchestrato come un puzzle sonoro in cui linee strumentali divergono, si inseguono e infine si ricongiungono, chiude il cerchio di un'esperienza intensa e profonda.
A metà strada tra Symphony X e Gojira, con un pizzico di Porcupine Tree, “The Redemption of the I” cattura con un’introduzione delicata, fatta di pioggia e attesa, per poi culminare in una spirale di corde e percussioni perfetta per gli assetati di dinamica.


O sulla tua piattaforma preferita qui https://orcd.co/senseofurgency-theredemptionofthei


Il progetto Sense of Urgency nasce nel 2018 dall’incontro tra Roberto De Maria (voce, chitarra) e Andrea Meo (batteria, pianoforte), amici di lunga data che, ritrovatisi a Milano, decidono di rientrare in sala prove, spinti da una passione condivisa per la musica. Dopo le prime sessioni di jam e ascolto reciproco, nascono i primi brani inediti. È in questa fase che si unisce Andrea Scipioni (chitarra solista, cori), contribuendo a definire e raffinare la direzione musicale del progetto.
Il sound della band prende forma attraverso un mix ambizioso di generi: thrash, death, djent, black, metalcore e progressive si fondono in una visione originale e personale. Nel 2022 entra nella formazione Loris Romeo (basso), completando l’assetto definitivo e dando ulteriore solidità al profilo sonoro del gruppo.
Il nome Sense of Urgency riflette l'urgenza emotiva e creativa che accomuna i membri del progetto: la necessità profonda di esprimere sé stessi attraverso la musica, di liberare un’energia interiore che trova nel suono il suo veicolo più autentico.

Hanno all’attivo un EP omonimo (qui recensito https://progressivamenteblog.blogspot.com/2025/04/sense-of-urgency-sense-of-urgency-2024.html )

lunedì 21 luglio 2025

SHADY LANE, There and back (2025)


 

Esordio per il progetto Shady Lane, progressive metal band formata da Salvo Vecchio (chitarrista degli Ivory, gruppo di cui abbiamo parlato spesso da queste pagine), Luca Bernazzi (basso, anche lui membro degli Ivory), Roby Quassolo (voce, ex Dark Horizon) e Antony Elia (tastiere), a cui va aggiunto Andrea Rossignol, che si è occupato di tutte le parti di batteria. L’interessante concept sviluppato dai piemontesi cita Dream Theater, Queensryche ed Elegy, ma è l’intero There and back che pare guardare a certo progressive di fine ’80 inizio ’90, basti ascoltare brani come Modern Decadence Mirror, Seasons e The great unknown. In attesa della seconda parte della ricca storia narrata dai torinesi, questo primo capitolo si presenta come un lavoro raffinato, suonato con cura e molto comunicativo, potente ma estremamente melodico, un ottimo ponte tra l’hard rock con trame heavy degli Ivory e il progressive rock. (Luigi Cattaneo)

sabato 19 luglio 2025

ANCHOR & BURDEN, Extinction level (2024)

 


Abbiamo parlato del progetto Anchor & Burden qualche settimana fa, analizzando Kosmonautic pilmigrage del 2023, un lavoro che ci ha permesso di scoprire la band formata da Markus Reuter (touch guitars, elettronica, mastermind del gruppo), Alexander Paul Dowerk (touch guitars), Bernhard Wöstheinrich (tastiere, elettronica) e Asaf Sirkis (batteria, percussioni). Extinction level, uscito sempre per Moonjune Records l’anno passato, non fa altro che confermare lo status del quartetto, che prosegue, senza compromessi, nel suo percorso fatto di jazz prog, avanguardia e fusion, un disco nuovamente sviluppato in maniera corale, collettiva, addizione tra le parti che porta a sfidare le rigidità della composizione. Lo sguardo di Reuter e compagni è libero e libero è il loro modo di creare, lontanissimo da qualunque norma prestabilita, tra suite monolitiche (Nine gates to dominion), passaggi oscuri e complessi (le 4 parti di Body expansion) e vibranti sezioni free (le sei che formano l’enorme trama di Extinction phase). Improvvisazioni letali, anarchia distruttiva, frammenti di pura tensione, il tutto portato avanti con dedizione e grande consapevolezza da musicisti esperti e perennemente alla ricerca di nuove suggestioni da condividere. (Luigi Cattaneo)

giovedì 17 luglio 2025

CAMALEONI, Camadamia (2025)

 


Esordio per i Camaleoni (Lorenzo Palermo pianoforte e tastiere, Fabio Pergolini batteria e percussioni, Valerio Bandi chitarra, Andrea Brutti basso, Riccardo Savioli sax), quintetto jazz rock versatile ed eclettico. Sin dalle prime note di Stuck in traffic emerge netto il lavoro di squadra portato avanti dalla band, artefice di un jazz rock fresco e dinamico, in cui gli sviluppi collettivi riportano alla mente i grandi gruppi dei ’70. La ricchezza strutturale di brani come Still believe it o Ios è testimonianza dell’elegante ricerca complessiva portata avanti dai milanesi, che imbevono di groove tutto l’album, tra spinte funky, fusion e jazz progressivo, richiamando alla mente tanto Snarky Puppy e Eero Koivistoinen, quanto i nostrani Q-Bizm e Möbius Strip. Debutto davvero di alto livello, che merita di essere trasportato il più possibile nella dimensione live, allo stato attuale, l’unica vera via, per gruppi come i Camaleoni, per farsi conoscere e apprezzare dagli appassionati. (Luigi Cattaneo)

sabato 12 luglio 2025

ENIO NICOLINI AND THE OTRON, Suitcase Man (2024)

 


Terzo e ultimo capitolo della trilogia di Enio Nicolini and the Otron, dopo Cyberstorm del 2019 e Hellish mechanism del 2022, un tris di album senza chitarra, dove il basso dell’abruzzese, che mette insieme power chord e linee maggiormente convenzionali, disegna traiettorie plumbee e oscure. L’ex The Black e Unreal Terror (questi ultimi ancora in attività) viene qui accompagnato da Angus Bidoli (voce dei Fingernails), Gianluca Arcuri (synth) e Luca Nicolucci (batteria programmata, a cui ha lavorato lo stesso Enio), bravissimi nell’assecondare la scrittura del leader, che ha la giusta esperienza e la qualità necessaria per proporre un altro disco composto seguendo una strada del tutto personale. Quasi 40 minuti di spessore, con alcuni momenti davvero interessanti, come la distorta Microchip, l’intensa Inside voices, la suggestiva Cosmic identity o l’immaginifica Endless resistence, brani dove la visione futuristica del progetto emerge netta, con i synth di Arcuri e il basso aggressivo di Nicolini che sorreggono il narrare di vie di fuga e voglia di ribellarsi al sistema da parte di Bidoli, davvero a suo agio nel corso dell’opera. I tre album (in vinile) della trilogia usciranno prossimamente in un cofanetto in edizione limitata, comprensivi di testi in italiano (utili per comprendere al meglio il concept dietro il macro racconto), gadget e un poster. (Luigi Cattaneo)   

venerdì 11 luglio 2025

EGO DIVIDED, Totally blind (singolo 2025)



Beati monoculi in terra caecorum”, recita un antico aforisma attribuito a Seneca. Letteralmente: “Beati coloro che vedono con un solo occhio in un paese di ciechi”.

Oggi, il vero problema è che la cecità della maggioranza non è nemmeno percepita. È una cecità indotta, alimentata da canali di comunicazione manipolati, studiati per spegnere il pensiero critico e tenere le coscienze addormentate, per evitare che la gente smetta di lamentarsi e inizi ad agire.
È da questa riflessione che nasce Totally Blind, il nuovo singolo degli Ego Divided: un invito a riaprire gli occhi e ragionare con la propria testa.
Death metal feroce di scuola Suffocation, riff thrash sparati come mitragliatrici, ritmiche granitiche e voce che alterna un growl abissale a un chorus in clean che si stampa nella memoria: la combo perfetta per veicolare un messaggio scomodo ma necessario, che vuole scuotere le coscienze e riattivare le sinapsi.

Ascolta Totally blind su Youtube qui https://www.youtube.com/watch?v=s3wRZc8UqHI&ab_channel=EgoDivided-Topic

O sulla tua piattaforma preferita qui https://orcd.co/egodivided-totallyblind

La storia degli Ego Divided inizia nel 2005, quando i chitarristi Massimo Masi e Alberto Zimone decidono di dare vita a un progetto musicale per reinterpretare le loro cover preferite. Con il passare degli anni, la band intraprende un percorso di crescita, sperimentando con la composizione di brani inediti e definendo la propria identità. Un momento cruciale arriva nel 2012, con l'ingresso del carismatico vocalist Mauro Tagliavia, che arricchisce il sound del gruppo con testi profondi e coinvolgenti. Nel 2014, la band si avventura nella registrazione del suo primo album, ma l'improvvisa partenza del bassista e del batterista interrompe bruscamente i lavori, lasciando come testimonianza solo due tracce, Source e Fearless Reason, pubblicate online. La tenacia e la passione del gruppo portano alla ricostruzione della formazione nel 2018, con l'arrivo di Elio Lao alla batteria e Alessio Lopes al basso. Questa nuova energia permette agli Ego Divided di completare e pubblicare il loro album di debutto nel 2024, disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming. Nel 2024, Elio Lao lascia la band, e il talentuoso Phil Spinelli (batterista dei Tol Morwen) viene ingaggiato per dare il suo contributo alle nuove registrazioni.


lunedì 7 luglio 2025

NAWAWI SEPHARAD, La Reina (2025)

 


Esordio per il progetto Nawawi Sepharad, quartetto formato da Tiziana Nauaui (voce), Manuela Pasqui (piano, abbiamo recentemente parlato del suo B.I.T. Duo), Gigi Lamberti (contrabbasso) e Marco Landriani (batteria), che debuttano con questo La Reina (il riferimento è a Isabella di Castiglia, che con l’Editto dell’Alhambra, fece espellere tutti gli ebrei di Spagna), lavoro che omaggia la musica degli ebrei sefarditi, che hanno vissuto in Spagna e Portogallo sino al 1492. I tradizional ripresi vengono arrangiati con eleganza dalla Nauaui, che contamina di jazz brani lontani nel tempo, allargando le prospettive tramite un’elaborata ricerca armonica e melodica. Le ottime prestazioni dei musicisti che accompagnano Tiziana nella sua visione musicale rendono l’album un’interessante scoperta, un viaggio elegante e suggestivo nel passato di un popolo, narrato con gusto da un gruppo dotato di sensibilità e acume. (Luigi Cattaneo)

AQVILEA, Ultimum heros (singolo 2025)



Con il lyric video del loro ultimo singolo Ultimum Heros, gli AqvileA si pongono il nobile obiettivo di guidarci in un affascinante viaggio nel tempo, portandoci per mano nel cuore del I secolo d.C., tra gli splendori perduti dell’Impero Romano. Attraverso gli occhi del protagonista, riviviamo la ricostruzione della città di Aquileia, in un’esperienza immersiva che unisce musica e realtà virtuale.

Grazie alla scenografia digitale curata da Sarah Gioia Sintich, percorriamo le strade del Foro dell’Oppidum, camminiamo lungo il decumano Aratria Galla e raggiungiamo l’antico porto fluviale, tra scorci mozzafiato e dettagli architettonici fedelmente rievocati. Ogni elemento è pensato per evocare lo spirito del Genius Loci romano, dove l’architettura si fa manifestazione dell’ordine cosmico, nato dal caos e modellato secondo l’armonia universale del Cosmos.
Altrettanto evocativo è il brano: Ultimum Heros è un’ode sinfonica avvolgente, costruita su una melodia ipnotica che trasporta l’ascoltatore in uno stato di contemplazione e armonia. Come da tradizione del symphonic metal, la solennità orchestrale va a braccetto con la potenza delle ritmiche: in questo caso, eleganti geometrie in levare creano un equilibrio dinamico, che accompagna ogni fase del racconto in perfetta sintonia. Ultimum Heros è stato prodotto da Fredrik Nordström, presso lo Studio Fredman, a Gotheborg (Svezia).

Un’esperienza sonora e visiva totale, per chi cerca nel metal non solo energia, ma anche visione.



Ascolta Ultimum Heros sulla tua piattaforma preferita qui https://orcd.co/aqvilea-ultimumheros


Gli AQVILEA nascono a Monfalcone nel 2016 da un’idea di Pier Lando Baldinelli, compositore, arrangiatore e polistrumentista. La line-up della band include la soprano lirica finlandese Kate Nord, e, dal 2021, il chitarrista Franz Lugnan e il batterista Federico Turolla Turatti. L’album d’esordio Beyond the Elysian Fields, registrato tra Italia e Svezia e prodotto dallo storico produttore melodic death metal Fredrik Nordström, è stato pubblicato il 20 Novembre 2020 per l’etichetta Saturnia Records e dopo due giorni è entrato nella top 100 italiana degli album più ascoltati su iTunes.

Il nome della band è un esplicito riferimento alla città di Aquileia: una scelta simbolica che allude a una storia millenaria di incontro e di convivenza tra i popoli, più in generale, un tributo alla bellezza della cultura latina e mediterranea. Si intitola 573 ab Urbe Condita, l’anno della fondazione di Aquileia, la traccia strumentale che apre Beyond the Elysian Fields: l’arco narrativo dell’album si snoda lungo il secolo che trascorre dalla fondazione della città alle campagne del console Gaio Mario. I quattordici brani che compongono l’opera seguono così le pagine della storia: un romanzo corale fantasy-storico ambientato agli albori di una nuova civilizzazione, dedicato alla fratellanza tra i popoli e all’eternità delle passioni umane.

Il concept degli AQVILEA è però anche un omaggio all’opera lirica (in primis A Giuseppe Verdi) e al sogno del cinema hollywoodiano e alle sue colonne sonore: da Ennio Morricone ad Hans Zimmer, da James Horner ai Two Steps from Hell. Anche l’immaginario visuale e i costumi della band sono ispirati ai kolossal hollywoodiani come Spartacus, Cleopatra e Il gladiatore, oltre che allo stile gotico di band come i Cradle of Filth. Nei loro video e nei loro spettacoli dal vivo gli AQVILEA si avvalgono costantemente della presenza di rievocatori storici romani e celti: una collaborazione divenuta ormai uno dei segni distintivi della band.