giovedì 14 marzo 2013

JUMBO, Vietato ai minori di 18 anni? (1973)

Recensire un album dei Jumbo non è cosa facile per me, vista la mia sconfinata ammirazione per questa band. Da quando li ho scoperti, diversi anni fa, li ho sempre ritenuti un punto di arrivo del progressive anni settanta, in virtù soprattutto della loro originalità sonora totalmente svincolata dai modelli anglofoni (Genesis, Gentle Giant, Yes, Van Der Graaf Generator in primis), riferimento principale di molte formazioni italiane, ma soprattutto per le incredibili parti vocali e le tematiche affrontate nei testi.
Il gruppo nasce verso la fine degli anni sessanta su iniziativa del cantante e compositore Alvaro Fella, il cui soprannome “Jumbo” diede il nome alla formazione che a cavallo tra il 1972 ed il 1973 pubblica tre album. Vietato ai minori di 18 anni? chiude l'intensa ma breve carriera di questa band e può senza dubbio essere considerato il loro capolavoro sotto tutti gli aspetti. Il disco è la prosecuzione del loro precedente album dal titolo DNA, lavoro già incredibilmente maturo e originale dove si poteva ascoltare un ensemble in stato di grazia, capace di incantare l'ascoltatore attraverso continue tensioni e cambi umorali.
L’evoluzione creativa ha condotto la band al loro apice artistico, rappresentato dal suddetto album. Esso è un lavoro caratterizzato da una particolare durezza nei testi e nelle linee vocali di Alvaro Fella (voce solista, chitarra acustica, piano e tastiere), compositore della maggior parte dei pezzi che compongono l’LP e da una solida struttura musicale caratterizzata dalle chitarre hendrixiane di Daniele Bianchini e dalla possente e versatile sezione ritmica formata da Tullio Granatello e Aldo Gargano, rispettivamente batterista e bassista. A completare la formazione ci sono Sergio Conte (tastiere, organo, mellotron) e Dario Guidotti (flauto, armonica, chitarra acustica).
Il disco si apre con la rabbiosa Specchio, brano dal testo provocatorio (in origine si doveva chiamare Onanismo) dove la chitarra di Bianchini si destreggia in riff ed assoli hard di rara bellezza e la voce al vetriolo di Fella digrigna testi rabbiosi toccando la pancia ed il cuore degli ascoltatori (le liriche, così dure per l’epoca, furono motivo di censura).Vorrei spendere qualche parola in più su questo straordinario cantante il quale, senza fare inutili paragoni, è senza dubbio uno dei migliori cantanti della scena nazionale: la sua voce è perfettamente in equilibrio tra tecnica ed espressività ed i testi risultano essere un veicolo perfetto per poterla apprezzare nel pieno della sua intensità. Come vorrei essere uguale a te ha un inizio bucolico di chitarra acustica, per poi deflagare come una bomba direttamente nelle orecchie dell'ascoltatore con un groove possente esaltato dalla prestazione magistrale della sezione ritmica, sovrastata solamente dalla magniloquenza della voce di Fella. Via Larga tratta il tema, allora scomodo, della prostituzione: narra infatti la storia di una prostituta che, ribellandosi al suo sfruttatore viene assassinata da esso (... ed ora sei lì in quella pozza di sangue, hai gli occhi sbarrati ancora dal terrore... ). Gil è il pezzo più anomalo e psichedelico del disco, forse per la presenza di Franco Battiato al VCS3 e di Lino "Capra" Vaccina degli Aktuala alle percussioni. Stavolta si parla di eroina, amara parabola sull'illusoria fuga nella droga (... Gil faceva ballare il suo sangue. La mente viaggiava... ed un organo suonava mille bolle di sapone... ).  
In Vangelo viene criticata duramente la religione, mentre in 40 gradi viene toccato il tema dell’alcolismo, ed ancora una volta il connubio perfetto tra la voce di Fella ed i chiaroscuri chitarristici di Bianchini sono da antologia.Splendidi anche gli interventi organistici di Conte.
L’album termina con No, sfacciato proclama giovanile (ed ancora attuale secondo il parere di chi scrive) contro la borghesia. Non posso far altro che consigliarvi questo album (ma anche il precedente DNA) che sicuramente farà la gioia dei molti appassionati di prog anni '70 e trasversalmente di tutti coloro che amano la buona musica. (Marco Causin)

Specchio (Video)


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