Arriva dalla toscana
questo giovane e interessante gruppo strumentale dedito ad un dark prog
settantiano e vintage che omaggia la stagione irripetibile dell’horror e del
thriller italiano di registi cult come Lucio Fulci, Umberto Lenzi o Mario Bava.
Certo non una novità, se si pensa a quanto fatto in più di 40 anni di rock
progressivo da band leggendarie come Goblin, Jacula, Pholas Dactylus o dai più
recenti Il Segno del Comando e Abiogenesi. L’albero del Veleno con Le radici del male si muove lungo questa
decadente scia, attraverso una musica per forza di cose evocativa,
obbligatoriamente vicina ad immagini orrorifiche, oscure e cariche di tensione.
È impossibile non immaginare ad occhi aperti scenari inquieti, scale buie e
anfratti maligni, situazioni che suggerivano o sottolineavano con la loro arte
autori indimenticabili come Riz Ortolani e Fabio Frizzi, riferimenti che si
sposano con quelli marcatamente prog dei Goblin e dei Libra di Shock. Il sestetto ha ovviamente solide
radici anni ’70, che emergono con forza nelle tastiere di Nadin Petricelli,
nella chitarra di Lorenzo Picchi, nella sezione ritmica formata dal basso di
Michele Andreuccetti e dalla batteria di Claudio Miniati, oltre che in due
elementi cardine che rispondono al nome di Francesco Catoni alla viola e Marco
Brenzini al flauto, per un sound magari un po’ scontato ma assolutamente
coinvolgente. Difatti non ci sono momenti di noia ma l’omaggio finale al grande
Frizzi, con una rilettura del tema principale del classico Zombi 2 di Fulci,
vale il prezzo del biglietto ed è un tuffo al cuore per quanti amano e sono
cresciuti con la filmografia di genere. Una long track che racchiude la
quintessenza della band, oscura e conturbante, un incubo che riaffiora dal
passato e che lega 4 decadi di horror music e soundtrack visionarie. (Luigi
Cattaneo)
Un altro giorno di terrore (Official Video)
Nessun commento:
Posta un commento