mercoledì 15 aprile 2015

L'ALBERO DEL VELENO, Le Radici del Male (2013)


Arriva dalla toscana questo giovane e interessante gruppo strumentale dedito ad un dark prog settantiano e vintage che omaggia la stagione irripetibile dell’horror e del thriller italiano di registi cult come Lucio Fulci, Umberto Lenzi o Mario Bava. Certo non una novità, se si pensa a quanto fatto in più di 40 anni di rock progressivo da band leggendarie come Goblin, Jacula, Pholas Dactylus o dai più recenti Il Segno del Comando e Abiogenesi. L’albero del Veleno con Le radici del male si muove lungo questa decadente scia, attraverso una musica per forza di cose evocativa, obbligatoriamente vicina ad immagini orrorifiche, oscure e cariche di tensione. È impossibile non immaginare ad occhi aperti scenari inquieti, scale buie e anfratti maligni, situazioni che suggerivano o sottolineavano con la loro arte autori indimenticabili come Riz Ortolani e Fabio Frizzi, riferimenti che si sposano con quelli marcatamente prog dei Goblin e dei Libra di Shock. Il sestetto ha ovviamente solide radici anni ’70, che emergono con forza nelle tastiere di Nadin Petricelli, nella chitarra di Lorenzo Picchi, nella sezione ritmica formata dal basso di Michele Andreuccetti e dalla batteria di Claudio Miniati, oltre che in due elementi cardine che rispondono al nome di Francesco Catoni alla viola e Marco Brenzini al flauto, per un sound magari un po’ scontato ma assolutamente coinvolgente. Difatti non ci sono momenti di noia ma l’omaggio finale al grande Frizzi, con una rilettura del tema principale del classico Zombi 2 di Fulci, vale il prezzo del biglietto ed è un tuffo al cuore per quanti amano e sono cresciuti con la filmografia di genere. Una long track che racchiude la quintessenza della band, oscura e conturbante, un incubo che riaffiora dal passato e che lega 4 decadi di horror music e soundtrack visionarie. (Luigi Cattaneo)

Un altro giorno di terrore (Official Video)

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