Attivi dal 2009, i
Saints Trade (Santi Libra alla voce, Claus alla chitarra, Matteo Angelini al
basso e Joana alla batteria) propongono con questo come back (avevano
pubblicato nel 2012 il mini A Matter of
Dreams) un solido album di hard rock imparentato con l’Aor, che farà la
felicità di quanti amano il sound di Toto, Ten ed Alice Cooper. La base di
partenza è proprio questa e Robbed in
Paradise è frutto di un lavoro sul campo fatto di concerti (tra cui è
giusto citare quello svoltosi al Fleetwoodstock Festival) e km macinati sulla
strada alla ricerca del posto dove suonare. Un esordio che non presenta novità
e si muove con disinvoltura all’interno di un genere di cui rispetta canoni e
standard, traducibili in belle melodie, pulizia di suono, immediatezza e buone
doti individuali. Molto interessanti risultano le varie collaborazioni che
emergono lungo il platter, atte ad arricchire il già corposo stile del
quartetto (il talentuoso Pier Mazzini dei Perfect View alle tastiere, la
chitarra virtuosa di Tommy Denander in Inside
e quella del bravissimo Roberto Priori dei Danger Zone in The Game). I Saints Trade potrebbero
piacere anche al grande pubblico vista la cura melodica che emerge con
prepotenza nei loro pezzi, composizioni robuste ma mai troppo aggressive e ne
sono preciso esempio due must come To the
light e California, episodi che
profumano di anni ’80, quando Europe e affini dominavano le scene. Di buon
livello anche momenti come Into your eyes,
una sgargiante ballata e Like a woman,
song trascinante e ricca di sfumature. Robbed
in Paradise presenta tracce di puro hard rock ottantiano, suonato e scritto
con insana passione per il periodo evocato, risultando heavy nella forma ma suadente
e scorrevole nel contenuto. Disco che non potrà non coinvolgere tutti gli
amanti di tale genere. (Luigi Cattaneo)
Feel the Fire (Video)
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