domenica 5 aprile 2015

MARCELLO FARANNA, Abbaddarò (2013)

Abbaddarò è il primo lavoro da cantautore prog del siciliano Marcello Faranna, un concept come tradizione vuole, un viaggio alla ricerca di una città o di un luogo, forse utopico, dove vivere bene tra suoni e colori. Faranna si divide tra il canto e le tastiere, ben coadiuvato da Simone Campione (chitarra e basso), Dario Di Matteo (programmazione e orchestrazioni), Angelo Spadafora (violino) e Danilo Spinoso (batteria), un ensemble affiatato e dalle buone dinamiche. Faranna tocca temi legati alla realtà quotidiana e sociale come la droga, la prostituzione e l’immigrazione, con la musica che si fa talvolta più vicina ai canoni del progressive sinfonico e in altre occasioni si presta al cantautorato folk. L’iniziale Preludio è un overture strumentale di grande enfasi e ricorda il mood che si incontrava quando Luis Bacalov prestava la sua arte al mondo del rock, con riferimento a New Trolls e Osanna in particolare. Davvero un bell’inizio, seguito da un’altrettanto interessante title track dagli umori prog e folk, segnata da un ottimo lavoro da parte di Campione, mentre Tra un po sarò là è una breve ballata vicino a Vinicio Capossela, ma forse andava arricchita ulteriormente. Meglio Stelle di cartone, anima cantautorale e cuore vibrante rock, con un chorus davvero azzeccato e di grande respiro e un lavoro ritmico piuttosto curato. La successiva La pace del cielo ha invece un’attitudine più pop che si addice meno a Faranna, che in Quale Amore ospita alla voce la brava Fatima Lo Verde, in un episodio vibrante e carico che convince non poco. Qualcosa mi dice torna a calcare la mano su un rock settantiano aggressivo e piuttosto energico ma sempre curato melodicamente, prima della deandreiana La ballata del barcone insanguinato e di Mobbing, traccia nuovamente carica di veemenza e vigore sociale. Ho visto un uomo si avvicina al Ruggeri più rock, La parte migliore di te ha invece qualche reminiscenza rocchiana, prima del gran finale strumentale La Porta del futuro che ci riporta al Preludio iniziale e che conclude un disco di indubbio gusto, variegato nella proposta, solido negli arrangiamenti e ricco di calore. (Luigi Cattaneo)

Preludio (Video)

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