venerdì 6 novembre 2015

GODSTICKS, Emergence (2015)


Attivi dal 2009 (hanno nel frattempo inciso un ep e due album) i Godsticks sono un trio proveniente dal Galles ancora poco conosciuto al grande pubblico. Il nuovo Emergence è un lavoro autoprodotto dal suono piuttosto hard, muscolare e potente, complice una sezione ritmica affiatata (Steve Roberts alla batteria e Dan Nelson al basso) e un ottimo lavoro alla chitarra da parte di Darran Charles (anche vocalist). Tante le influenze della band, che si mescolano in un calderone dove troviamo il nu metal, l’heavy prog e l’hard rock, un crossover di generi che mescolato dà vita ad un progetto adrenalinico e di buona fattura tecnica. La classicità dei Black Sabbath rivisitata in chiave moderna, facendo trapelare una certa attenzione per la parte melodica della composizione (in questo accostabili ai Pineapple Thief), pur disponendo di doti individuali all’altezza e una cultura jazz che rimane sottotraccia per tutto il disco. I tempi dispari non mancano e si muovono all’interno di un percorso sempre più metal e aggressivo (almeno rispetto agli esordi), segnando Emergence di brani con meno fronzoli, ritmicamente spinti e decisamente adatti per il contesto live (la band è in tour con Tony MacAlpine). Gli elementi progressive guardano più alle strutture di Devin Townsend che a quello dei ’70, le sfumature insite nei pezzi riconducono alla musica borderline dei System of a Down, una torre di Babele in cui i Godsticks riescono a muoversi in modo credibile ed efficace. Pur nella sua complessità l’opera ha spunti facilmente memorizzabili, all’interno di una costruzione limata nei dettagli in cui elementi vicini a Steven Wilson si incontrano con l’alternative rock degli Alterbridge e l’oscura fierezza dei Soundgarden, un crossover progressivo che nella sua anima ha un’attitudine decisamente heavy (Below the belt, Much sinister). Il loro stile è sempre più sviluppato in tal senso e il songwriting punta ad unire groove, melodia e potenza e brani come Hopeless situation o Lack of scrutiny sono un fulgido esempio della musica del trio nel 2015. Colpisce anche il crescendo di One percent e il bel lavoro di Charles nella title track, ma è il clima generale di Emergence a risultare interessante per la sua energia e per la voglia di tuffarsi in territori dissimili tra loro. (Luigi Cattaneo)

Much Sinister (Video)

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