Attivi da oltre 10
anni, tornano i Lush Rimbaud (Tommaso Pela voce e chitarra, David Cavalloro
alla chitarra, Marco Giaccani al basso e Michele Alessandrini alla batteria) con
il nuovo L/R, che ripropone il
canovaccio di suoni sintetici ed elettrici e il connubio tra psichedelica e
dark wave che avevano già contraddistinto Action
from the basement del 2007, The sound
of the vanishing era del 2010 e lo split del 2013 con gli olandesi zZz. Uscito
ad ottobre 2015 per la BloodySoundFucktory e la fromSCRATCH records, L/R conferma la volontà della band di
Ancona di sperimentare e giocare con la loro arte, attraverso un percorso fatto
di trame oscure e matrice pop, una soundtrack della propria esistenza in cui
l’alone dark si confonde con ritmiche danzabili. Marmite è un inizio dinamico, figlio di un elettropop imparentato
con gli U2 più sperimentali, a cui fa eco il breve rock elettronico di Acid Skyline, episodio piacevole prima
della maggiormente ragionata e strutturata Never
Regret, brano che presenta anche un bel lavoro di Cavallaro e l’inserimento
azzeccato della tromba di Abramovic. Dosi massicce di elettronica in G-Spot, un discreto sperimentalismo che
però non lascia traccia e mi pare abbia anche meno mordente rispetto a quanto
emerso sinora. Molto meglio Silent room,
una bella ballata dark con Eolo Taffi al contrabbasso, che mi ha ricordato
qualcosa dei mai troppo celebrati Virgin Prunes di … If I die, I die, così come Super-Indian
che continua in direzione di una dark wave carica di effetti, con Abramovic che
si inserisce egregiamente nel tessuto della band e dialoga brillantemente con
il recitato di Pela, prima dell’intenso finale corale. Dopo due brani di tale
forza Not the monkey risulta ancorata
ad un pop rock un po’ insipido, mentre The
Walley ha impeto post rock e fraseggi in odore di New Order, con un
interessante lavoro ritmico della coppia Giaccani-Alessandrini. Dark side call è un finale soffuso con
Taffi nuovamente presente e bravo nell’aumentare quel clima plumbeo caro ai
grandi Joy Division e chiusura degna di un lavoro che rimette in carreggiata un
gruppo che ha ancora tanto da dare al panorama indie italiano. (Luigi Cattaneo)
Silent Room (Video)
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